Mentre gli uomini per il 72% dei loro spostamenti devono avere dei pedali da pigiare e un volante per manovrare, le donne usano l’auto solo nel 66% dei casi. Quatte quatte preferiscono farsi trasportare da un mezzo pubblico per il 24% dei loro spostamenti (i maschi per il 17% / Fonte: Ufficio federale di statistica). Chi usa bus e treno giornalmente può confermare che questa maggioranza a favore delle donne salta all’occhio. Ci sono sicuramente ragioni legate alla Società come è organizzata per spiegare questi comportamenti, ma è molto probabile che giochi anche un fattore intrinseco alla femminilità: ecco un’interpretazione audace partendo da Wikipedia e da altri siti “scientifici” che individuano come femminili fra le altre caratteristiche “empatia e sensibilità...”. Essi sostengono che “Il pensiero del femminile[...] definito anche ‘pensiero a rete’ [...] interconnette i singoli elementi uno all’altro e porta a pensare e a vedere la realtà nella sua globalità, in una prospettiva ampia”. E sempre scientificamente (per quanto possa esserlo internet) riassume in una frase – che quindi non sarebbe un luogo comune –: “Lei fa tante cose, lui una per volta”. Se tutto questo fosse corretto e generalizzabile significherebbe che per ciò che riguarda lo spostarsi in modo meno impattante per il traffico e per l’ambiente la metà dell'umanità avrebbe già per sua natura dei comportamenti “virtuosi”. Ci sarebbe solo da far breccia presso l’altra metà. Un’ipotesi, chiaro e per di più sessista, ma se ci pensi però...