laR+ Lettere dei lettori

Elezioni e lezioni!

Di questi tempi, incrocio le mie preoccupazioni di essere umano con quelle di chi desidera… essere eletto. E sempre incrocio gesti e azioni dei miei concittadini.

Ebbene, nel concreto di tutti i giorni non trovo reattività significative verso le tematiche che saranno alla ribalta nella prossima legislatura, qui e nel mondo, allo stesso modo in cui la pandemia ha preso il sopravvento nel quadriennio che volge al termine.

Volare nella propria vita a quota più o meno alta, e solo sorvolarla, è reso possibile dall’energia. Questa ci viene oggi dal sole della preistoria con i combustibili fossili, e regge ormai qualunque accorgimento tecnico. Senza, saremmo quasi tutti a zappare, come i nostri cari avi, sotto il sole dei loro giorni.

Così, mentre singoli cittadini agiscono, cresce l’attesa nei confronti dei piloti di un aereo che perde quota e si dirige verso il deserto.

Allora rivolgo un invito ai candidati, e domande a tutti. Perché nascono bioregioni mentre qui ancora spandiamo cemento e bitume a profusione, su questa "Sacra terra del Ticino" che potrebbe custodirci? Perché la bande dessinée "Le monde sans fin" è best seller? Perché non percorriamo istituzionalmente le vie di una sobrietà che finiremo per subire in un disordine di emergenze (Yamina Saheb)?

I nostri modi di vita mobilitano centinaia di schiavi (umani e macchinari) per estrarre, trasformare, movimentare, smaltire, separare, rinverdire. La Città Ticino è sorpassata dai fatti, e mentre respiriamo a pieni polmoni i miasmi morbidi di un metabolismo urbano superato (si consulti il prof. Guillaume Faburel, si rilegga Tita Carloni), la terra da sotto i piedi ci sfugge e popoli interi perdono l’equilibrio.

Prediligiamo relazioni armoniche umane e ambientali? Desidero convivere con una politica sensibile alla fragilità e alla vulnerabilità del vivente e con politici consci degli strumenti a loro disposizione. Perché da sempre edificare significa rispettare la vita. Di un prato, di un bosco, di un campo. Senza allungarci le grinfie. Da troppo tempo sosteniamo casse malati invece che fondi per la salute. Da troppo tempo edificare non è edificante, e investire significa ammazzare.