La linea guida territoriale comunale in esposizione – vedi anche l’articolo su questo giornale del 6 marzo – induce ad una riflessione serena ed approfondita.
La linea che separa l’evoluzione armoniosa e senz’altro positiva della popolazione e dell’utilizzazione del suo territorio da un aumento sregolato degli abitanti e dalla speculazione fondiaria-immobiliare è sottile e forse già superata. L’incremento demografico di Cama del 16% (a 712 abitanti) in un solo anno nel 2022 e la previsione auspicata fino a 1’000 abitanti nel 2040, nonché la riserva teorica pianificata di zone ancora edificabili di 60’000 m2 non sono compatibili con la sostenibilità economica e finanziaria del Comune. Cama è un Comune economicamente molto debole, un Comune che si è gradualmente impoverito. A fronte di un gettito fiscale totale degli ultimi anni praticamente costante la popolazione è aumentata in modo sproporzionato, una tendenza riscontrabile in insediamenti dormitorio di pendolari, che per Cama sembra irreversibile. L’indice del potenziale di risorse (calcolato dal Cantone sulla base del gettito fiscale, dell’imposta sugli immobili e dei canoni d’acqua) è ben inferiore alla media e situa il Comune al quart’ultimo posto dei 12 Comuni della Regione Moesa.
Ciò malgrado si propongono investimenti attualmente inutili (ad esempio la costruzione di un "autosilo", contro la quale perlomeno è pendente un’iniziativa popolare) ed altri in futuro ovviamente necessari per le infrastrutture e il maggiore fabbisogno di servizi.
Palesemente incongruenze – la quadratura del cerchio? – delle quali l’Autorità comunale non sembra tenere e rendere conto.