Si stanno versando litri di inchiostro sull’opportunità per una Nazione neutrale, fornire a un’altra aiuti militari, anche se questa è aggredita. Basti leggere il libro con il riassunto del rapporto della Commissione Berger sui rapporti tra Svizzera e Germania nel corso del secondo conflitto mondiale. Sgomberiamo il campo da similitudini, in quanto nel 1940 con la Francia occupata, la guerra era nella porta accanto, e quindi il pericolo imminente. Ciò non toglie che la Svizzera abbia esportato verso la Germania in guerra migliaia di "spolette a tempo". Specie di marchingegni che venivano usati sulle bombe e sui grossi proiettili d’artiglieria in modo che non esplodessero al primo contatto con una superficie dura, ma prima o dopo aver toccato terra. Quelle che esplodevano in aria irradiavano pericolosi proiettili temuti dalla fanteria, mentre quelle ritardate erano il terrore dei pompieri di Londra impegnati a spegnere gli incendi. Per questo non credo che fornire i proiettili per l’antiaerea montata sui Marder tedeschi, non sia una violazione della neutralità. Non dimentichiamo il velivolo PC7 abbattuto in Yemen, d’accordo portava le insegne dell’Arabia Saudita, che l’aveva trasformato in un cacciabombardiere, ma lo abbiamo fabbricato in Svizzera e venduto come addestratore. Una certa complicità morale dovrebbe pure comportare.