Quando una serata canora ti rimane nel cuore e l’indomani ancora senti le voci dei coristi, dei loro canti, allora significa che il tuo io, la tua anima non hanno lasciato il concerto. Le emozioni sono state così intense da essere la conferma di momenti unici, irripetibili. Momenti che ti hanno permesso di sognare, di gioire, di volare liberi nell’incanto della poesia. Sabato sera a Cavergno, in una chiesa dove la gente era assiepata anche lungo i muri perimetrali dell’edificio sacro, si è rinnovato, dopo tanto tempo, il miracolo dell’ascolto in coro... del Coro. Il Coro Calicantus, che oso definire favoloso, ha saputo regalare al pubblico momenti armonici e canori di confermata capacità musicale. La bravura del loro maestro Mario Fontana e dalla pianista Simona Crociani era manifesta nell’interpretazione canora e corporea degli allievi. Quando sussiste lo studio serio e coinvolgente, anche attraverso il gioco di squadra dove il proprio ruolo è essere uno per tutti e tutti per uno, si raggiunge l’eccellenza che si traduce in cultura e poesia del canto. È poi seguita l’interpretazione canora del Coro delle Rocce diretta dalla maestra Maris Martinetti. Non posso parlare di noi, saranno gli altri, la gente che ci ha ascoltati a farlo. Il nostro cuore di coristi era volto a cantare Alfio, la sua poesia, le sue storie, il suo straripante amore per le montagne, la valle Bavona. Una cosa la posso dire. Ho e abbiamo sentito, nel cuore e nell’emozione palpabile, il pubblico cantare con noi, vivere momenti intensi che i canti, le parole e la poesia nei brani di un grande maestro ci hanno regalato. Grazie a tutta la gente presente della valle, del paese, ma anche a coloro che da lontano sono giunti per rendere il meritato omaggio a un illustre cavergnese, al maestro Alfio Inselmini.