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Vaccinare le donne incinte? Meglio la prudenza

Sono madre di tre figli e durante le mie gravidanze, per favorire lo sviluppo sano dei bimbi che portavo in grembo, sono stata molto attenta all’alimentazione, propensa a uno stile di vita adeguato al mio stato interessante e, soprattutto, mi sono ben guardata dal prendere medicamenti. Infatti, sui foglietti illustrativi di qualsiasi farmaco è sempre evidenziato se lo si può assumere durante la gravidanza e l’allattamento o se ci sono delle controindicazioni, comprovate da analisi scientifiche e dati statistici.

La donna gravida non è da considerarsi né malata né fragile. Il suo è semplicemente uno stato meraviglioso da proteggere e difendere da eventuali aggressioni. Appunto per questo non capisco come le autorità possano consigliarle una terapia genica ancora in fase sperimentale, mi riferisco alla vaccinazione Rna messaggero contro il Covid 19, di cui ancora non si conoscono i possibili effetti collaterali sui soggetti adulti, e ancora meno sui feti. Dov’è finito il principio di precauzione e la prudenza in ambito sanitario? Nel report del 16.8.2022 pubblicato sul sito del governo inglese, il Ministero della salute afferma: "... si ritiene che al momento non sia possibile fornire sufficienti rassicurazioni sulla sicurezza dell’uso del vaccino nelle donne in gravidanza. … Anche le donne che allattano al seno non dovrebbero essere vaccinate".

Sono seriamente preoccupata per la leggerezza con la quale medici, ginecologi, pediatri e autorità sanitarie stanno insistendo e promuovendo la campagna vaccinale contro il coronavirus, per di più allo stato attuale definito ormai post-pandemico. Viene spontaneo domandarsi se non si tratti di una mera questione di profitto per certuni a scapito di chi ancora si fida ciecamente del proprio medico, nonostante non abbia in mano né conferme né certezze.