L’episodio di Locarno riferito in questi giorni dai media è sicuramente grave e da reprimere con le dovute sanzioni.
Da alcuni mesi accompagno mio nipote che milita in una squadra di allievi (11/12 anni) e devo dire che il comportamento di questi ragazzi e degli allenatori è sempre stato corretto. Sabato sul campo del Giubiasco ho dovuto però ricredermi: l’allenatore della squadra che incontrava gli allievi del Giubiasco (non dirò pubblicamente il nome della squadra ospite per rispetto di questi ragazzi) non ha fatto altro che sbraitare contro i suoi giocatori. In tre o quattro occasioni ha addirittura minacciato alcuni di loro proferendo testualmente "... entro in campo e ti gonfio la faccia a pugni...". E si riferiva unicamente a presunti, banali, errori di gioco.
Un allenatore non può permettersi questi comportamenti perché il suo principale compito è, a non averne dubbio, quello educativo e i genitori che gli affidano i loro figli per diverse ore ogni settimana si aspettano ben altro. Allenare il calcio è importante ma prima un allenatore deve pensare a educare.
Quello che mi ha anche sorpreso è che l’arbitro non sia intervenuto nei confronti di questo pseudoallenatore.
La Federazione ticinese calcio dovrebbe vegliare anche sul comportamento di questi allenatori, non si può permettere che simili episodi vadano a influenzare l’agire di questi ragazzini. Questo non è calcio!
Per genitori e semplici spettatori dovrebbe essere un dovere morale denunciare questi episodi.