Tra pochi giorni sarà la notte di San Lorenzo e se il tempo lo permette si potranno osservare le stelle cadenti ed esprimere un desiderio. Quali potrebbero essere i desideri dei ticinesi? Sicuramente ce ne sono molti. Uno tra i più diffusi potrebbe essere quello di vedere la fine della guerra in Ucraina. Anche il riuscire a debellare il coronavirus una volta per tutte, senza dover più convivere con l’ansia di essere contaminati od obbligati a ricorrere a ulteriori vaccinazioni, potrebbe essere tra i più papabili. La voglia di pace, sia essa bellica o sanitaria, sarebbe senza ombra di dubbio sul podio dei desideri.
In questo periodo di forte instabilità, anche una certa pace economica potrebbe essere un desiderio da podio. Molte famiglie, infatti, fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e devono essere aiutate in modo mirato da parte dello Stato. I disoccupati sono ancora tanti nel nostro cantone, soprattutto i giovani che aspettano con ansia di entrare nel mondo del lavoro per essere indipendenti e poter farsi valere per le loro doti che oggi senza un posto di lavoro non possono esprimere.
Una politica seria dovrebbe adoperarsi anima e corpo a costruire tutte queste paci, a renderle reali, parte del nostro tessuto sociale. Non dovremmo affidarle alla visione di una stella cadente, mossi da una specie di disperazione riposta in un evento dalle tinte magiche. Dobbiamo agire nella realtà e la politica deve essere in misura di costruire e dar forma a questo tipo di desideri in modo concreto, lasciando alle stelle la poesia di uno spettacolo da gustare con gli occhi, non da investire di speranze per le quali l’intelligenza e il buon senso delle decisioni di chi ci governa bastano e avanzano.