Da più parti si levano insistentemente voci che chiedono allo Stato la riduzione delle tasse sui carburanti per diminuirne il costo per i consumatori. Se lo facesse lo Stato si priverebbe di un’importante entrata limitando la sua capacità nell’esecuzione dei compiti che è tenuto a svolgere a beneficio della popolazione.
Uno studio di Greenpeace mette in evidenza come dall’inizio del conflitto in Ucraina le compagnie petrolifere in Europa abbiano incassato 3 miliardi in più, quindi ca. 1 miliardo al mese, oltre ai già lauti profitti che le contraddistinguono.
La società civile dovrebbe quindi attivarsi non per ridurre le risorse dello Stato, ma per fare in modo che a livello europeo si intervenga concretamente per fermare l’ennesima speculazione che contraddistingue ormai ogni genere di commercio di materie prime.