laR+ Lettere dei lettori

Grandi giocatori, piccoli uomini

15 novembre 2021
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Tornando a casa da scuola, sorrido sempre passando di fronte alle scuole elementari. C’è il sentore di una libertà unica e meravigliosa, ma stranamente effimera. Eppure è sempre bello. Perché? Perché è sempre bello rivivere nei ricordi, risentire quella sensazione che per anni ci ha accompagnato, tenendoci per mano. Una compagna simpatica, ma che pian piano, scorgendo in lontananza un’altra figura, pronta a darle il cambio, inizia a mollare la presa. Fino a quando, giunti al confine, la nostra strada si divide e, portandola nel cuore, avanziamo nel nostro cammino fianco a fianco con la responsabilità. Più importante, riconosciuta, ma, e questo forse purtroppo, per alcuni protagonisti di una certa scena politica, non effimera.

Da bambini, giocare a dettar legge era forse il momento migliore della giornata: pura libertà, nessuna restrizione, nessuna conseguenza. Il gusto dell’autocrazia. Ma poi si tornava a casa, e quella libertà doveva lasciare un piede fuori dalla porta; ma poi si tornava in classe e anche lì era necessario che se ne restasse buona, fuori dall’aula ad aspettare.

Questa nuova compagna, infine, si scopre essere una palla al piede: è vero, ci fa alzare il mento, mostrare il petto, ma insomma, non vuole proprio lasciarci stare! Sapere però che tiene compagnia a tutti può rivelarsi una consolazione. O avrebbe potuto. Fino alla notte del 29 maggio. Pare strano come magicamente abbia abbandonato alcune persone indiscutibilmente all’oscuro di quanto quella notte stava svolgendosi in Viale Cassarate 8 a Lugano. Io ancora spero che uno di loro, al telefono, stanco per la lunga giornata, abbia accidentalmente confuso i muri del Molino con quelli della casa di Lego del figlio e, in un raptus di gelosia, abbia ordinato ai soldatini verdi sul fronte di abbattere la migliore costruzione del bimbo. Dai, forse il mittente risentiva di forte stanchezza; il codice malinterpretato, il destinatario si sarà confuso. È l’unico motivo plausibile, perché ora giocare a comandare è permesso solo se ci si ricorda della compagna n. 2. Perché ora dovrebbero esserci conseguenze. Dovrebbero. Io lo spero ancora. Altrimenti che giustizia sarebbe? Da ricostruire con i Lego?