La violenza contro le donne non si limita all’ambito domestico ma si estende anche ai luoghi di lavoro, dove assume diverse forme, tra cui molestie e mobbing. Questi comportamenti sono manifestazioni di violenza psicologica che minano la dignità, l’autostima e il benessere delle donne, compromettendo la loro capacità di svolgere il proprio lavoro serenamente. In Svizzera, una donna su cinque ha subito molestie o mobbing sul posto di lavoro, un dato allarmante che evidenzia l’urgenza di affrontare un problema radicato e sistemico.
Le conseguenze del mobbing sono profonde e durature: stress cronico, ansia, depressione e, nei casi più gravi, abbandono del lavoro. Per molte donne, queste esperienze segnano una frattura irreparabile nella carriera, con ripercussioni che si riflettono anche sulla vita personale e familiare.
Spesso le donne tendono a minimizzare o a ignorare questi comportamenti, considerandoli parte della cultura aziendale o temendo ripercussioni, come il licenziamento o l’isolamento professionale. Questa mancanza di denuncia alimenta un circolo vizioso, perpetuando una cultura di impunità. È invece cruciale riconoscere che nessuna forma di violenza, fisica o psicologica, deve essere tollerata. Parlare del problema e identificarne i segnali sono passi fondamentali per promuovere il cambiamento.
Molestie e mobbing non hanno conseguenze unicamente sulle vittime dirette. Il clima di tensione che si genera influisce negativamente anche sull’intero ambiente di lavoro, riducendo il rendimento e ostacolando la collaborazione tra colleghe e colleghi. Inoltre, la perdita di talenti femminili, costretti a lasciare il proprio impiego a causa di queste situazioni, rappresenta un danno per l’intera società, che si priva di contributi preziosi per lo sviluppo economico e sociale.
Ocst donna-lavoro si impegna a proteggere le lavoratrici offrendo supporto psicosociale, legale e promuovendo campagne di sensibilizzazione. Il primo passo è garantire un ascolto empatico e fornire strumenti concreti per affrontare il disagio.
Anche le aziende devono agire. Devono implementare politiche anti-molestie e promuovere ambienti di lavoro rispettosi, con linee guida chiare e percorsi formativi. Parlare del problema e creare spazi di condivisione è essenziale per rompere il silenzio.
Affrontare la violenza contro le donne nei luoghi di lavoro richiede un impegno collettivo. Promuovere una cultura aziendale inclusiva, basata sul rispetto reciproco, è la chiave per prevenire comportamenti scorretti. La solidarietà tra colleghe, colleghi e superiori può fare la differenza nel sostenere chi vive situazioni di disagio e nell’intraprendere azioni concrete per risolverle.
Solo uniti possiamo eliminare questa forma di violenza, costruendo luoghi di lavoro sicuri e rispettosi per tutte e tutti. È fondamentale promuovere un cambiamento culturale che metta al centro la dignità della persona, garantendo pari opportunità e rispetto in ogni contesto. La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è un’occasione per riflettere e agire concretamente, ricordando che la lotta contro la violenza è una responsabilità condivisa.