20%: è questa la percentuale di interventi ambulatoriali effettuati in Svizzera. Una quota modesta rispetto a Germania e Austria, la cui quota è del 30%, all’Italia (40%) oppure a Francia, Danimarca e Svezia che svolgono oltre la metà delle operazioni senza degenze ospedaliere. E l’aumento degli interventi ambulatoriali è sinonimo di costi spesso molto inferiori, ad immagine di quelli all’ernia inguinale (oltre 2,5 volte più convenienti), alle tonsille (oltre 3 volte), all’utero (-75%) o l’artroscopia al ginocchio (-70%!). Per non parlare degli interventi alle vene varicose che, secondo i costi medi del 2022, costavano fino 6 volte (!) di più in regime stazionario. Non sono briciole. Anche il lettore più distratto intuisce che un contenimento dei costi della sanità passa necessariamente da una crescita degli interventi effettuati senza ricovero ospedaliero. Un aumento che però, con il sistema attuale, chiama paradossalmente ancor più alla cassa chi paga i premi, essendo le prestazioni ambulatoriali pagate completamente dalle assicurazioni malattia, mentre quelle ospedaliere solo in parte.
Per trovare una via d’uscita al paradosso, un’alleanza di quasi tutti gli attori del sistema sanitario, dei Cantoni e dei Comuni lottano per il finanziamento uniforme dei trattamenti ambulatoriali e stazionari, nonché della cura. Una risposta diretta al perverso meccanismo odierno, capace di sgravare gli assicurati per un importo nell’ordine di 1,5-2,5 miliardi di franchi dall’introduzione prevista nel 2028.
Ma c’è di più: oltre alla equa ripartizione dei costi, il finanziamento uniforme condurrà a un risparmio supplementare stimato a 1-3 miliardi di franchi, di cui beneficeranno sia i cittadini sia i cantoni. L’intuitivo effetto è da ricondurre al passaggio dagli onerosi servizi ospedalieri a quelli ambulatoriali più economici, ma di pari qualità. E attraverso le cure integrate e un coordinamento più efficace sarà possibile eliminare doppioni e prestazioni inutili che oggi generano un 20% di costi aggiuntivi.
Insomma, il vantaggio per gli assicurati è doppio: oltre al risparmio grazie a una quota superiore di trattamenti ambulatoriali che costano meno, gioca a favore dei cittadini anche la nuova ripartizione tra casse malati e cantoni, ristabilita in base alla media degli anni 2016-2019. Questo secondo effetto è particolarmente interessante per i cittadini ticinesi che saranno tra i grandi vincitori del nuovo sistema poiché il Ticino si caratterizza per una quota piuttosto alta di trattamenti ambulatoriali, un merito che però si ritorce contro la popolazione con premi ben superiori alla media svizzera.
Ancora una cifra: +6%. Questo è l’aumento dei premi previsto per il 2025, un incremento che in Ticino supera il 10%. Si tratta del terzo anno consecutivo. Malissimo. Ma raramente in politica il legame tra un problema e la sua soluzione – con un Sì al finanziamento uniforme il 24 novembre – è stato così evidente.