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Un’iniziativa estrema e dalle conseguenze devastanti

I promotori dell’iniziativa sulla biodiversità assicurano che, se approvata, si arriverà a una soluzione “pragmatica, mirata e concordata con tutti i settori”. Contemporaneamente però, essi ripetono in più occasioni, che servono misure immediate e sistemiche, quindi radicali, poiché altrimenti sarebbe la fine della biodiversità e della nostra vita, così come la conosciamo. Essi accusano infatti Governo e Parlamento di “non agire a sufficienza per risolvere non solo questa crisi ma anche quella climatica, in quanto strettamente legate”.
Questi due approcci, ossia quello pragmatico e quello radicale, si contraddicono. Per alcuni promotori l’approccio pragmatico viene già ora continuamente denunciato come del tutto insufficiente e, pertanto, a valere in realtà, sarà solo quello radicale, poiché a dire degli stessi, oltre a bloccare la perdita di biodiversità si risolverebbe anche il problema del cambiamento climatico. Com’è quindi possibile ipotizzare che tali obiettivi non avranno delle pesanti conseguenze in tutti i settori, comportando enormi sacrifici per tutti? Infatti, è proprio per questo motivo, che i promotori non chiariscono in alcun modo, prima del voto, come essi intenderanno realmente procedere. Inimmaginabile che essi stiano investendo milioni di franchi nella campagna solo per ottenere una soluzione “pragmatica e mirata” o un maggiore potere di ricorso per le associazioni ambientaliste. La base costituzionale dell’iniziativa permetterà loro di imporre, tramite i tribunali anziché attraverso il processo democratico, misure stringenti in ogni ambito. Il testo stesso posto in votazione parla chiaro: ossia la “Confederazione e Cantoni provvedono affinché: b. la natura, il paesaggio e il patrimonio architettonico siano tutelati anche al di fuori degli oggetti protetti; c. siano messi a disposizione le superfici, i mezzi e gli strumenti necessari per la salvaguardia e il rafforzamento della biodiversità”. Tale formulazione è precisa sia negli scopi che nella sua portata. I costi diretti iniziali per Confederazione e Cantoni sono stimati in circa Fr. 440 milioni all’anno, mentre quelli indiretti per le famiglie e le imprese non sono ancora stati calcolati. Votare NO vuol dire rigettare un’iniziativa estrema e una modalità d’azione irrispettosa del dibattito democratico.

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