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Nella sanità, un autunno per cambiare ritmo

(Ti-Press)

Le estati e gli autunni degli ultimi anni si assomigliano un po’ tutti e non è necessario essere profeti per prevedere cosa succederà nei prossimi mesi. Al caldo estivo sempre più torrido, segue un autunno sempre più acceso a causa della puntuale comunicazione dei premi dell’assicurazione-malattia per l’anno successivo. Questa regolarità e prevedibilità – a livello di temperature e di costi della sanità – non è sostenibile.

Per quanto riguarda la sanità abbiamo in mano la possibilità per rompere la routine e trovare contromisure. La sola indignazione i giorni successivi alla comunicazione dei premi al rialzo non risolve alcun problema, bisogna procedere con le riforme.

Il Consiglio federale ha varato un secondo pacchetto di misure per il contenimento della spesa sanitaria che il Parlamento può approvare nei prossimi mesi. Il Parlamento ha in particolare la possibilità di approvare una misura per degli sconti automatici per i medicamenti ad alto fatturato. Questa misura – che potrebbe permettere di risparmiare 400 milioni di franchi all’anno – avrebbe un impatto positivo sulla spesa legata ai farmaci (un quarto della spesa LAMal) senza intaccare la qualità delle cure. Anche il nuovo tariffario medico per il quale il Governo ha pochi mesi fa deciso l’entrata in vigore diventerà a breve realtà (nel 2026), con un impatto positivo sui costi.

Ma la palla per una volta è anche nel campo dei cittadini-assicurati che possono portare a casa un progetto fondamentale che vale risparmi stimati ad almeno 400 milioni e che potrebbero raggiungere persino alcuni miliardi di franchi all’anno. In novembre, alle urne si decideranno le sorti di un progetto che ha iniziato il suo iter nel lontano 2009. Con un Sì alle urne vedrebbe la luce il finanziamento uniforme delle cure stazionarie (quelle che implicano almeno una notte in ospedale) e ambulatoriali (Efas). Cosa è il problema che possiamo risolvere? Con il progresso medico sempre più interventi e operazioni possono essere svolti in forma ambulatoriale, senza soggiornare una o più notti in ospedali o cliniche. Questo è nell’interesse del paziente e costa meno. Ma oggi il 100% dei costi delle cure ambulatoriali è coperto dagli assicuratori-malattia, mentre in caso di degenza il costo dell’intervento è superiore ma il Cantone partecipa con una quota del 55%. Il meccanismo è perverso: malgrado si effettuino sempre più prestazioni ambulatorialmente il costo coperto dagli assicuratori-malattia – e dunque dagli assicurati che pagano i premi – aumenta. Con la riforma il meccanismo verrà corretto. Questo incentiverà tutti gli attori del sistema a sfruttare il progresso medico e a lavorare in modo più efficiente. Attraverso Efas sarà possibile concepire nuovi modelli di assicurazione, con sconti maggiori poiché il trattamento efficace ed efficiente verrà premiato maggiormente anche a livello di costi.

Il tempo del lamento e dell’indignazione deve lasciare spazio alle riforme. In novembre, con un Sì a Efas, l’occasione è ghiotta. Speriamo anche che il Parlamento si pronunci favorevolmente sui farmaci.