Lo scorso Primo agosto ha imposto alle personalità che si sono espresse pubblicamente di tornare sulla recente catastrofe che ha colpito impietosamente buona parte della Svizzera e del nostro Cantone, in particolare la Vallemaggia.
LaRegione del 2 agosto ha titolato il proprio ampio resoconto sulla Festa nazionale con la felice costatazione che “Siamo tutti valmaggesi”: memoria dell’intervento di Kennedy a Berlino (“Ich bin ein Berliner”), con cui egli portava il sostegno dell’Occidente alla popolazione della città, praticamente assediata. Come si ricorderà si era in regime di cortina di ferro, secondo la definizione coniata da Winston Churchill nel marzo 1946 (“Da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente”).
Per tornare alle nostre latitudini e ai nostri tempi, annoto inoltre che il consigliere di Stato Vitta, prendendo la parola in Vallemaggia, ha pure assunto pubblicamente l’impegno che “Non abbandoneremo le nostre valli”. È vero che, soprattutto all’estero, si sono spesso udite promesse del genere imposte dall’enormità e dall’emozione del momento, poi rimaste sulla carta. Non v’è motivo di dubitare che, nel caso concreto, queste assicurazioni fossero sostenute da seri intendimenti. Ovviamente Vitta si riferiva però non solo alle valli direttamente colpite ma anche a tutto il resto del Cantone, poiché “ognuno di noi ha pari dignità di appartenenza alla nostra nazione”.
Oltre a ciò, nei vari interventi, si è generalmente fatto ricorso alla solidarietà quale collante fondamentale del nostro Stato. Naturalmente sul piano nazionale, cantonale e locale. A questo punto è lecito riferirsi, toute proportion gardée, alla necessaria solidarietà tra i Comuni del Basso Mendrisiotto i cui interessi molto spesso coincidono e chiedono quindi di essere promossi congiuntamente per venire rafforzati. In effetti, sono di questi tempi i contatti con i consiglieri federali Baume-Schneider e Jans circa il futuro assetto dei richiedenti l’asilo che sono stati ammessi. Si ipotizza che il Basso Mendrisiotto sia oggetto di un aumento dei relativi effettivi, anche se questo lembo meridionale del Cantone in materia già ha fatto la propria parte (anzi, molto di più). Aumento al quale il Basso Mendrisiotto si oppone, non solo per mantenere gli impegni assunti a suo tempo dalle autorità ma anche per ragioni organizzative e di sicurezza. Il consigliere nazionale Fonio, membro della Commissione delle istituzioni politiche oltre che consigliere comunale chiassese, che conosce perfettamente Chiasso e il Basso Mendrisiotto, ha a sua volta chiesto che il collaudato sistema attuale non venga sovraccaricato.
Morale: è questo il momento per prendere tutti assieme atto che la voce del Basso Mendrisiotto merita di venire ascoltata non solo per quella pari dignità detta sopra ma anche per ragioni di merito (come direbbero gli avvocati che se ne intendono). In questa prospettiva, è ovvio che il Basso Mendrisiotto avrà maggiori possibilità di essere sentito e ascoltato, tanto più se i Comuni interessati aumenteranno la loro rappresentatività, anche politica, e quindi il loro potere contrattuale.
Quindi: auguri Svizzera, auguri al Cantone Ticino (e ai Grigioni), auguri al Basso Mendrisiotto.