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Le ferite del Primo d’agosto

(tipress)

È un Primo d’agosto particolare quello che festeggeremo quest’anno nel nostro Cantone. Un primo d’agosto che si presenta con molte ferite al cuore, inferte dai recenti nubifragi che hanno devastato la Valle Maggia e la Mesolcina, distruggendo case, e lasciando molte famiglie in lacrime.

Qualche giorno fa parlando con un signore conosciuto da poco, ci siamo ritrovati a ragionare sulle peculiarità che distinguono la Svizzera. Senza alcuna esitazione, ho affermato che tra i capisaldi della nostra cultura vi è certamente la capacità di compattarci ed essere solidali con chi si trova nel momento del bisogno. È un approccio alla vita che deriva in buona parte dalla nostra storia e anche dall’organizzazione politica e istituzionale della nostra nazione. Il fatto di essere una “Willensnation” organizzata a livello politico su più livelli, fa sì che ci sentiamo autonomi e forti nelle nostre realtà comunali ma allo stesso tempo siamo pronti ad allargare il nostro senso di appartenenza a livello cantonale e svizzero, ogni qual volta se ne presenta l’occasione.

Con profondo senso di orgoglio, è ciò che ho osservato nelle scorse settimane nei gesti compiuti dalla popolazione ticinese a supporto della Valle Maggia, sotto varie forme. Chi mediante una donazione finanziaria, chi attraverso il lavoro delle sue braccia, chi attraverso un sostegno morale sta accompagnando i nostri concittadini, che in questo momento stanno attraversando un momento difficile.

Essere svizzeri per me, significa essere solidali. Fare il bene di chi non conosci ma ha bisogno. Fino a quando ogni persona direttamente toccata, possa ritrovare un po’ di serenità.

È con questo spirito che quest’anno parteciperò al Primo d’agosto.

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