Confronto aperto fra il Centro e il Plr sul tema del progetto aggregativo nel Basso Mendrisiotto
Finalmente! Finalmente esponenti del Plr di Balerna hanno gettato la maschera e, dopo mesi di affermazioni degne dei migliori ‘uregiatt’, si sono espressamente dichiarati favorevoli all’aggregazione dei Comuni del Basso Mendrisiotto. Ne prendiamo atto, come ne prende atto quella fetta di popolazione che ha sottoscritto l’istanza di aggregazione credendo che fosse soltanto un modo “per saperne di più”, come i promotori della raccolta firme hanno continuato a professare come un mantra. Ma lasciamo stare circostanze che erano di fatto già note a tutti e concentriamoci su fatti ben più rilevanti.
Ci chiediamo come sia possibile che presentando un’interpellanza in Consiglio comunale nel pieno delle nostre democratiche facoltà, ci troviamo pubblicamente accusati di essere antidemocratici e di esercitare operazioni di censura, come indicato in una lettera pubblicata su queste pagine il 5 luglio scorso a firma di Linda Vassena. Evidentemente non è stato colto il senso della nostra richiesta, considerato che vengono citati articoli di legge a sproposito, o semplicemente siamo di fronte a un maldestro tentativo di banalizzare una questione di fondamentale importanza e che verte su uno dei capisaldi della democrazia svizzera, ovvero il principio della collegialità, al quale i membri di un Esecutivo di ogni ordine devono attenersi e che a livello comunale è regolato dall’art. 80 Loc.
Il Consiglio di Stato, prima delle recenti elezioni comunali, ha nominato tra i membri della Commissione di studio sull’aggregazione anche il capofila del gruppo promotore della raccolta firme, il quale in aprile è stato poi eletto in Municipio. Ed è proprio qui che sorge il problema, ossia il doppio ruolo. Ci si chiede dunque come potrà l’interessato, nella sua funzione di municipale, rispettare il principio della collegialità se in seno alla Commissione di studio siede in rappresentanza di chi ha un’idea diversa da quella del Municipio.
Avere qualche dubbio ci sembra più che legittimo. Motivo per il quale come Gruppo abbiamo interpellato l’Esecutivo. Forse a voler esercitare censura è chi dice che avremmo dovuto evitare di presentare l’interpellanza. Forse chi ci taccia di azioni illiberali dimentica che il liberalismo comprende anche che il Legislativo controlli l’operato dell’Esecutivo e dei suoi membri, come abbiamo legittimamente fatto in questo contesto. Per comprendere la portata della questione è sufficiente fare un semplice esempio. L’attuale consigliere federale Albert Rösti, prima di essere eletto nell’Esecutivo federale, faceva parte del comitato promotore dell’iniziativa denominata ‘200 franchi bastano! (Iniziativa Ssr)’. A seguito della sua nomina, ha correttamente e spontaneamente fatto un passo indietro e ora, in qualità di responsabile del Datec e in virtù del principio della collegialità, si trova addirittura in prima linea a difendere la posizione del Consiglio federale contraria a questa iniziativa.
Ricordiamo inoltre, a chi evidentemente ha la memoria corta o tenta di fare disinformazione, che l’esito del sondaggio fatto a suo tempo tra la popolazione aveva indicato che solo una maggioranza relativa, quindi inferiore al 50%, era favorevole a un’aggregazione e soprattutto che tra gli scenari proposti l’unico ad aver raccolto più sì che no era quello del Mendrisiotto Comune unico, ben diverso da quello su cui la popolazione sarà chiamata ad esprimersi nel 2026.
Per tornare in conclusione al nocciolo della questione, sarebbe in fin dei conti bastato fare affidamento sul tanto evocato buon senso e, considerata la situazione quantomeno ambigua, comportarsi di conseguenza. Tanto più che il Consiglio di Stato ha comunque già previsto un supplente per la rappresentanza del gruppo promotore della raccolta firme all’interno della Commissione di studio. Ma per ora la bulimia di ruoli del presidente della locale sezione Plr ha avuto la meglio.