La Convenzione sui diritti del fanciullo concretizza i diritti umani per gli ambiti di vita dei bambini e dei giovani di età inferiore ai 18 anni. È stata adottata dall’Assemblea generale dell’Onu il 20 novembre 1989 ed è stata ratificata dalla Svizzera il 24 febbraio 1997.
Come indicato nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo, “il fanciullo, a causa della sua mancanza di maturità fisica ed intellettuale”, necessita di una protezione e di cure particolari, ivi compresa una protezione legale appropriata, sia prima che dopo la nascita. All’art. 3 la Convenzione prescrive che l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione permanente.
Nella guerra in corso a Gaza fra la Palestina e lo Stato occupante di Israele così come in quella fra la Russia e l’Ucraina di questo “interesse superiore” dei minori non se ne tiene conto. Di particolare gravità sono le importanti violazioni dei principi espressi dalla Convenzione dei diritti del fanciullo. Lo sono anche gli interventi del ministro degli affari esteri Ignazio Cassis in violazione ai principi e alla tradizione centenaria che reggono la neutralità svizzera. L’operato di questo ministro quando induce il Consiglio federale a bloccare gli aiuti all’Unrwa per affamare i palestinesi e a mai condannare ufficialmente i bombardamenti e le distruzioni a tappeto delle città della Striscia di Gaza provocando stragi e indicibili sofferenze in particolare ai bambini del popolo palestinese. Oltre che in Palestina, anche nel conflitto in Ucraina l’atteggiamento di Cassis e del Consiglio federale in rapporto al principio di neutralità è stato ben più che equivoco. In particolare questo atteggiamento risulta evidente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, nel quale il nostro governo federale ha calpestato i suoi precedenti impegni per la pace e il dialogo quando per esempio si è rifiutato di ratificare, per non dispiacere alla Nato, il divieto dell’uso di armi nucleari. La Svizzera non appartiene alla Nato per l’imposizione colonialista degli Usa di avere sempre e senza eccezioni il comando supremo di questa alleanza. Una condizione questa inaccettabile già per il fatto che ciò viola ogni principio di neutralità indispensabile alla credibilità del nostro Paese, garante della Croce Rossa internazionale e di essere indipendente nel trattamento delle vittime nei conflitti armati. Nella recente Conferenza sul Bürgenstock la delegazione presente del Vaticano non ha firmato la dichiarazione finale in conseguenza delle difficoltà di separare dalla propaganda di Zelensky l’accusa verso i russi del furto di migliaia di bambini ucraini. Zelensky, già per il fatto di aver accettato la procura dell’Occidente di sconfiggere la Russia, difetta di quel minimo di umiltà, una virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma d’orgoglio, di superbia, di emulazione o sopraffazione.