Sono un imprenditore e dirigente attivo in una piccola realtà regionale nel settore dell’impiantistica elettrica. In Ticino questo settore conta oltre 1’800 posti di lavoro. Il prossimo 9 giugno andremo a votare sulla riforma fiscale cantonale, un tema che apparentemente sembra non essere direttamente rilevante per la mia attività e per quella delle numerose aziende simili alla mia. Ma non è così. In effetti tra i vari punti della riforma ce n’è uno di centrale importanza per le piccole e medie imprese.
Si tratta della riduzione delle aliquote di imposta in caso di successione aziendale. Succede infatti che con il passaggio generazionale alcune aziende si trovino in grosse difficoltà, addirittura nell’impossibilità, di passare il testimone dell’attività alle nuove generazioni. È il caso quando la successione aziendale avviene al di fuori dei rapporti di parentela in linea discendente. Per essere concreti, oggi in caso di successione al di fuori della famiglia, l’aliquota applicata è del 41% contro una media nazionale del 27%. Addirittura, ci sono Cantoni che non prelevano alcuna imposta. Da aggiungere che l’aliquota non viene applicata sui mezzi liquidi dell’azienda ma sul valore complessivo della medesima. Ciò rende di fatto impossibile condurre a buon termine una simile operazione senza ricorrere a un pesante indebitamento. Chi si assume questo onere inizia pertanto la propria attività con un pesante fardello da trascinare negli anni. Altri, scoraggiati da questa imposta, desistono, lasciando morire l’attività, e con essa i posti di lavoro. La riduzione prevista dalla riforma fiscale facilita invece il passaggio generazionale, a vantaggio di tutti noi e dei posti di lavoro che vanno mantenuti in Ticino.
Vi è inoltre un ulteriore argomento da sottolineare. Il Canton Ticino si trova nel fondo della classifica nazionale per le tassazioni dei buoni contribuenti. Con la riforma si intende correggere questa pericolosa situazione riportando il nostro Cantone nella media svizzera, nulla di più. Così facendo diventeremo più attrattivi evitando pericolose fughe verso altri lidi e diventando più interessanti per chi intendesse trasferirsi in Svizzera. Non capisco l’accanimento degli oppositori nei confronti dei cosiddetti ricchi. Senza il loro gettito fiscale non si possono realizzare progetti per l’intera comunità e non si possono aiutare le persone in difficoltà. Dovrebbero ricordarsi che è contro la povertà che bisognerebbe lottare, non contro la ricchezza.
Infine, va messo in evidenza che senza la riforma fiscale, tutte le cittadine e tutti i cittadini ticinesi già dal 2024 pagheranno il 3% in più di imposte a causa dell’innalzamento del coefficiente cantonale. La riforma interviene a correggere questa situazione. Ecco un’ulteriore ragione per votare sì alla riforma fiscale.