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L’Iran e il terrorismo

Quello che caratterizza certi circoli politici e giornalisti è l’ambiguità con la quale cercano di analizzare gli eventi geopolitici con lo scopo di diffondere pensieri ideologici di solito anti-occidentali oppure di sostegno a certi paesi/movimenti con i quali s’identificano. Non dimentichiamo che la rivoluzione sciita in Iran è stata fortemente sostenuta dalla stessa parte politica con i risultati (diritti umani aboliti e terrorismo universale) che oggi sono di fronte a noi.

L’Iran ha lanciato un attacco contro Israele. Qual è la novità? Sono decenni che attacca Israele. Attraverso Hezbollah dal Libano, attraverso Hamas e Jihad da Gaza, perfino dallo Yemen grazie agli Houthi. Per non parlare della strage di ebrei (84 morti e 300 feriti) in Argentina nel 1994. Tutte cose che non fanno notizia perché c’è un diritto non scritto a distruggere Israele insito nelle menti di tanti giornalisti e politici.

Israele, infine, il 1° aprile decide di colpire il personaggio militare iraniano addetto alla distruzione dello stato ebraico, che coordina i vari gruppi terroristici, mentre questi si trova a Damasco. Allora e solo allora il mondo si scandalizza. “Ma come? Israele cerca la escalation!”. No, è l’Iran che da decenni cerca di distruggere Israele.

Se uno reagisce non è escalation, è difesa. Cosa ha fatto il mondo per fermare l’Iran che dice chiaramente e opera per distruggere Israele? Lo sapete che le Guardie rivoluzionarie iraniane sono nella lista dei terroristi negli USA? Questi sono squadristi paramilitari che dipendono direttamente dagli Ayatollah e si occupano dei lavori più sporchi: sopprimere le rivolte democratiche in Iran, torturare le donne, supportare il terrorismo iraniano nel mondo, 7 ottobre compreso. Come le squadracce di Mussolini, sono una milizia che non ha regole e per questo sono spietati. Se Israele uccide uno dei loro capi, è legittima difesa. Come quando gli USA eliminarono Bin Laden.

L’Iran, nella sua guerra contro Israele, da molti anni arma e dirige i movimenti terroristici che lo minacciano da Libano, Siria, Iraq, Yemen e ci provano anche dalla Giordania. L’Iran controlla Hamas e Jihad Islamica, i movimenti terroristici di Gaza. Il 7 ottobre non è solo un episodio del terrorismo arabo contro gli ebrei, ma soprattutto un capitolo di questa guerra, che l’Iran ha combattuto finora dirigendo e sfruttando gli arabi. Dopo Soleimani, ucciso dagli americani alcuni anni fa, Zehedi era diventato il comandante di queste armate mercenarie, il capo della guerra iraniana contro Israele. È accertata la sua responsabilità nella preparazione del 7 ottobre, che non sarebbe certo avvenuto senza il suo assenso. Eliminarlo in una riunione dove stava dando ordini ai rappresentanti di Hezbollah e altri terroristi è stato un atto legittimo, la guerra non si può vincere solo eliminando gli esecutori del terrorismo, ma recidendo il loro legame con gli ayatollah. Che l’Iran abbia usato il suo territorio e coinvolto tutti i movimenti terroristici nell’attacco (e che contemporaneamente abbia utilizzato gli Houti nel sequestro di una nave civile in acque internazionali) è un fatto importante, perché ne chiarisce anche agli occhi dell’Occidente responsabilità e obiettivi. Il nemico da debellare, per ottenere la pace in Medio Oriente e cancellare il terrorismo nel mondo, non sono solo Hamas, Jihad, Isis, Hezbollah, ma vincere il terrorismo che sommuove il Medio Oriente consiste anche nell’aiutare il popolo dell’Iran a sconfiggere il regime iraniano.