Declinazioni di pensiero

La lotta di pochi contro la collettività

(Keystone)

Per qualche mese nel Canton Zurigo l’ecologia è andata di gran moda: all’improvviso tutti volevano proteggere le zone rivierasche, preoccupati per il destino di pesci, anatre e canneti. Da un lato c’erano i promotori di un’iniziativa volta a rendere più accessibili sponde di fiumi e laghi e a creare un percorso lacustre continuo sul lago di Zurigo, dall’altro gli oppositori del progetto, favorevoli a mantenere lo status quo. Se i primi sostenevano che l’iniziativa avrebbe promosso la biodiversità e contribuito alla rinaturalizzazione delle zone umide, distrutte durante gli ultimi 200 anni, i secondi insistevano che la presenza di pedoni avrebbe disturbato flora e fauna e inquinato il territorio. A ridosso della votazione del 3 marzo la natura poteva quindi contare su tanti accaniti difensori, sia tra i favorevoli all’iniziativa – i soliti socialisti, Verdi, Verdi liberali, Lista alternativa e varie associazioni quali Mobilità pedonale Svizzera o Aqua viva – sia tra i contrari – autodefinitisi “ecologisti” quali Udc, Giovani Udc, Il Centro, Liberali, Giovani liberali e varie associazioni come gli immobiliaristi e i datori di lavoro zurighesi o il Tcs.

Difficile immaginare come queste new entry, di solito poco interessate alle argomentazioni ambientaliste, all’improvviso si ergessero a protettrici della vita lacustre. Per capire il mistero bastava dare uno sguardo alla cartina apparsa sul Tages-Anzeiger a inizio febbraio, che mostrava dove si trovassero i 12,6 km di sentiero mancante (ai quali in realtà si sarebbero dovuti aggiungere anche i 12,4 km di pseudosentiero disposti lungo la strada cantonale): a Kilchberg, ridente villaggio sulla sponda sinistra apprezzato dai più abbienti per la prossimità a Zurigo, e su gran parte della sponda destra del lago, la costa d’oro, quella dove il sole la sera tramonta più tardi e dove si trovano le ville dei ricchi, gente come Blocher, residente a Erlenbach. Per le new entry la difesa della natura equivaleva insomma alla difesa delle ville sul lago con sterili praticelli all’inglese, sormontati da muretti dove d’estate è tanto bello organizzare barbecue (sempre, beninteso, che ci abiti qualcuno, visto che spesso le ville sono vuote).

La lotta comune a favore dell’ecologia, osservata da vicino, non era altro che la lotta di pochi privilegiati contro la collettività. Ed è qui che gli oppositori hanno mostrato il loro vero volto, affermando che, per via delle espropriazioni, il progetto sarebbe costato troppo, fino a mezzo miliardo. Preferivano ignorare i 6 milioni del fondo stradale già a disposizione ogni anno (e finora mai usati, visto che del sentiero sono stati costruiti solo 180 metri) e il fatto che la maggior parte dei terreni in questione erano gravati da precisi diritti di passaggio pubblico.

Il 3 marzo il popolo svizzero ha votato a favore della tredicesima Avs, conscio della necessità di portare più equità nella nostra società. Peccato che gli zurighesi non abbiano fatto altrettanto con la gestione della natura lacustre, che rimarrà ostaggio dei ricchi.