Essendo stato uno dei fondatori dell’Associazione delle Polizie Comunali Ticinesi, mi sento in dovere di intervenire circa questa problematica assoggettata a una Commissione che sta ancora esaminando questa ipotesi.
Commissione che appare “inconsapevole” che una decisione di unificare le forze dell’ordine ticinese sotto un unico cappello sarebbe disastrosa e offensiva nei confronti di tutti quei Comuni che hanno investito denaro e risorse per disporre di Corpi di Polizia che tutelassero l’ordine pubblico cittadino, con un’approfondita conoscenza del territorio e delle persone che vi abitano, impegnati nell’educazione stradale, nel controllo degli esercizi pubblici, la circolazione stradale, nella gestione dei posteggi e dell’occupazione dell’area pubblica e tanto altro ancora.
Tutto questo verrebbe certamente a scemare nel caso di una unificazione dei due Corpi.
Gli agenti della Polizia cantonale non potrebbero infatti mai attualmente svolgere e nella stessa misura i compiti attribuiti a una Polizia di prossimità che, per caratteristiche specifiche, richiedono anni di presenza e attività costante in un territorio limitato, ciò che permette di acquisire le necessarie e fondamentali conoscenze della popolazione residente, divenuta sempre più eterogenea.
Conoscenze che poi diverrebbero essenziali per una Polizia cantonale (Gendarmeria o Pg) nell’ambito delle inchieste giudiziarie.
L’organizzazione della Polizia cantonale si fonda per contro sempre più (inevitabilmente) sulle “specializzazioni” e sui frequenti cambiamenti di funzione degli agenti, in particolare legati ai concorsi interni e alle promozioni.
Ho letto molto al proposito e ho pure pubblicato diversi articoli sui nostri quotidiani, dimenticando uno dei principi più importanti sanciti sulla Legge della Circolazione, “La polizia non deve essere repressiva ma deve educare”, e qui casca l’asino, come si usa dire: chi dei due Corpi sarebbe in grado di applicare meglio questo assioma su tutto il territorio del nostro Ticino?
Credo sia inutile scimmiottare cosa fanno o hanno fatto altri Cantoni e poi sono in parte già tornati allo stato precedente.
L’attuale situazione economica e sociale, la sicurezza e l’ordine pubblico attuale sono una spada di Damocle, la criminalità si insinua sempre più nel nostro territorio e la globalizzazione ne favorisce lo sviluppo.
Auspico pertanto che l’attuale Commissione, evitando oneri non indifferenti, prenda una decisione definitiva e mantenga l’impegno delle Comunali che hanno già fatto salti mortali per aggiornarsi e collaborare a fondo con la Polizia cantonale.
Ad esempio, ci si riferisce, se non già fatto, al testo del 1° Ten. Wladimiro Castelli, e molto più semplicemente si ragioni con la propria testa. Si ponga fine a questa penosa e impropria decisione.
No quindi alla Polizia Unica.
Se dovesse esserci questa unificazione inviterei tutti i Municipi dei Comuni interessati a pretendere il rimborso delle spese da loro sostenute per avere delle Polizie Comunali sempre aggiornate e presenti sul territorio ticinese.