La querelle venutasi a creare con la richiesta di un sussidio di 1,53 milioni di franchi al Cantone per la ristrutturazione di uno stabile amministrativo di proprietà dell’Ofima/Oflibe situato a Locarno, ha avuto il pregio di sollevare una problematica che le nostre Valli periferiche dovranno affrontare nei prossimi anni e cioè il rinnovo delle concessioni per lo sfruttamento delle acque per la produzione di energia elettrica.
Dal risultato di queste trattative dipenderà il futuro di molti comuni come il nostro.
L’acqua è sicuramente la risorsa più importante su cui possiamo contare e che a partire dagli anni 50/60, ha creato utili milionari, per non dire miliardari, alle società idroelettriche, con una ricaduta assolutamente insufficiente per i territori dove sorgono gli impianti.
Il rinnovo delle concessioni è il momento giusto per riprendere il discorso della solidarietà con le zone periferiche che non ricevono per quanto danno.
Se si vuole frenare il declino e tentare il rilancio delle zone discoste è indispensabile destinare un aiuto finanziario ben maggiore a queste regioni indipendentemente dalla forma.
Una possibilità sarebbe quella di aumentare i canoni d’acqua, un’altra quella di creare un credito quadro cantonale a favore delle nostre valli periferiche al quale attingere per progetti e mantenimento o creazione di servizi indispensabili a scongiurare lo spopolamento delle zone discoste.
Ciò andrebbe a vantaggio anche delle zone urbane, poiché la cura e il mantenimento del territorio è imprescindibile dal sostegno alle istituzioni in loco, così da avere delle aree verdi a ridosso delle città usufruibili da tutti, turisti compresi.
Interveniamo a favore delle nostre valli per il bene di tutto il Ticino.