Alcuni politici si sa, amano alimentare lo scontro, perché fa il loro gioco. È così nel caso dell’astio che si sta cercando di diffondere tra lavoratori privati e pubblici, rei questi ultimi di avere salari troppo elevati, e che dovrebbero stare quindi zitti e buoni, accettando qualsiasi decisione venga imposta. Ma è vero che i dipendenti pubblici guadagnano molto di più del privato? Dati alla mano, secondo l’Ufficio federale di statistica, il salario mensile mediano dei lavoratori ticinesi di nazionalità svizzera e di sesso maschile (purtroppo le donne sono ancora discriminate riguardo al salario nel privato) nel 2020 era di 6’458 Chf. E nel pubblico come siamo messi? Secondo l’Ustat il salario mediano dei dipendenti pubblici è di 7’189 Chf, una differenza quindi di 731 Chf. Non bruscolini si potrebbe dire. Tuttavia sorge una domanda: ha senso dal punto di vista statistico fare confronti del genere? I dipendenti pubblici lavorano in grande maggioranza nei servizi, che spesso richiedono titoli di studio superiori, per cui dei confronti fatti così, alla carlona, non sono veramente giustificati, e i politici che li propongono lo sanno. Per fare dei confronti decenti bisognerebbe quantomeno considerare lavoratori con pari mansioni e titoli di studio! Un impiegato di commercio residente che lavora in banca o in un’assicurazione ha un salario molto inferiore a un impiegato che lavora per il governo? Un infermiere che lavora per un istituto privato guadagna meno di un infermiere che lavora nel pubblico? Probabilmente no. Oltretutto se nel pubblico abbiamo più dipendenti qualificati e che hanno salari maggiori, ciò si traduce in meno sussidi erogati e più imposte pagate da questi ultimi, per cui anche se ci fosse una differenza, questa al netto si assottiglia ancora di più. In Ticino, sia nel pubblico che nel privato, si hanno salari più bassi che nel resto della Svizzera, per cui i politici invece di fare un’altra gara al ribasso cerchino di migliorare le condizioni per tutti. Si può discutere se si debba dare il carovita o meno ai dipendenti pubblici, non entro nel merito, però si abbia la decenza di non alimentare uno scontro che non ha motivo di esistere.