Da parecchi decenni la Svizzera dispone di un’eccellente garanzia di solidarietà sociale: l’AVS ridistribuisce la ricchezza prodotta dall’intero Paese tra le classi più ricche e quelle più povere, compito imprescindibile di uno Stato moderno. E il meccanismo tiene conto dei diritti umani, perché l’uguaglianza dei diritti e dei doveri riguarda tutti in quanto esseri umani, meritevoli o meno del sostegno altrui, quindi pensioni uguali, ma plafonate verso il massimo per coprire i bisogni primari, secondo la nostra costituzione. Senza questo meccanismo perequativo, promosso dai nostri antenati nel dopoguerra, rischieremmo di provocare reazioni incontrollate del genere gilet gialli come accade nelle democrazie vicine.
Attualmente l’AVS non consente più di sovvenire ai bisogni primari secondo costituzione, per via degli aumenti di assicurazione malattie e affitti. Ebbene la formidabile risorsa della democrazia diretta ci consente a di affrontare il problema mediante la campagna per una 13esima mensilità AVS. I partiti borghesi cercano di far paura all’intero Paese, inventandosi persino un divario generazionale, esattamente l’opposto di ciò che sta alla base dell’AVS.
Secondo questa destra politica, ci sarebbe un rischio concreto che l’AVS faccia fallimento, e questo in un Paese che non ammette il fallimento di una banca privata male amministrata! Ciò equivale a prendere i cittadini per imbecilli. La verità è che i partiti borghesi in parlamento hanno paura di perdere il loro potere, soprattutto la paura di essere chiamati a rispondere della loro inazione e/o della loro incapacità a risolvere i problemi sociali. Non c’è da stupirsi: i ricchi non hanno bisogno dell’AVS, ma dimenticano spesso che l’AVS ha bisogno di loro.