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Orrore in Palestina

(Ti-Press)

Si è concluso il 2023, un anno tristissimo. Ho partecipato alla messa di mezzanotte a Natale, c’erano molti giovani, un coro con l’organista, un’atmosfera di festa natalizia. Ma questa atmosfera si contraddiceva con i cupi pensieri che mi occupavano la mente.

Mentre noi avremmo cantato e festeggiato il Natale, i nostri fratelli palestinesi venivano uccisi, feriti, lacerati, squartati peggio di animali. Ogni giorno centinaia di morti e di feriti, moltissimi bambini vanno ad aggiungersi agli oltre 50'000 che già vagano senza dimora o si trovano in ciò che è rimasto degli ospedali o delle strutture della Croce Rossa, a chiedere un aiuto, a cercare disperatamente un sanitario che li possa curare. È uno spettacolo tremendo, da inferno dantesco, quasi inimmaginabile. Questi bambini innocenti, che si trovano da un momento all’altro mutilati, senza le gambe, senza le braccia, senza medicine, senza cibo, senza acqua, fra grida di dolore e di disperazione. Proprio nella terra in cui è nato Gesù e ha annunciato il suo messaggio di amore che avrebbe dato avvio alla cristianità. “Qualunque cosa avrete fatto a questi piccoli, l’avrete fatto a me”. Ma non c’è Natale che tenga, la carneficina continua giorno e notte. Il governo di Netanyahu è folle di odio e di vendetta: più persone riesce a uccidere o a ferire, più canta vittoria. Gli Stati Uniti hanno grosse responsabilità. L’Occidente sta a guardare e deplora l’antisemitismo, come se non fosse lo stesso governo israeliano ad alimentarlo in tutto il mondo. La Svizzera si fa scudo della sua neutralità e non va oltre qualche deplorazione generica. Ma è in particolare il mondo cristiano e cattolico che non sembra far sentire la sua voce in modo vigoroso, il suo grido di dolore. Il mondo cattolico, al quale pure indegnamente appartengo, lascia che sia solo Papa Francesco a parlare.

Quasi tutto il resto tace, o si limita a parole generiche di circostanza. Ma ci si ricorda ancora di quanto è scritto nelle pagine del Vangelo? Non è ora e tempo di farsi sentire, di dimostrare e di gridare a gran voce: basta, basta con questa strage di innocenti, con questa orrenda carneficina?