Rabbia e tristezza per l’ambiguità che ci circonda dal 1967, da quando l'islamismo colpisce ovunque, uccidendo musulmani e occidentali, assassinando con entusiasmo fanatico i miscredenti. Rabbia ancora per i “sì ma”, il relativismo, i silenzi, il non qualificare i pogrom commessi in Israele da un esercito terrorista per ciò che sono, non dissociandosi da questi massacri mentre Hamas urla e ripete che "combatte" in nome dell'Islam, questo silenzio non è altro che un sostegno latente, un'apologia del terrorismo. I cadaveri di donne, bambini, uomini e anziani ebrei non hanno ancora tutti un nome (li si sta tuttora individuando tra le masse informi), eppure si alzano i “sì, ma” rifugiati dietro il nome “Gaza”. Il massacro di ebrei è avvenuto alle porte di Gaza, ma si giustifica il rifiuto a denunciare questo vero pogrom pur sapendo che gli abitanti di Gaza se sono vittime della risposta israeliana, lo devono ad Hamas, visto cosa dichiara il loro capo politico che usa i propri cittadini come scudi umani; però le vittime israeliane erano bersagli veri e propri, ebrei uccisi perché ebrei, esseri umani che si è andati a cercare nei loro letti, bambini che sono stati decapitati, inseguiti uno ad uno per sparargli come a caccia, pensiamo solo a una donna la cui ultima frase è stata “Sono incinta”. Giustificando tante azioni barbare, si giustifica ciò che non è guerra, ma massacro selvaggio. Rabbia verso le organizzazioni antirazziste, neo-femministe, capaci di mobilitarsi contro i suprematisti bianchi eterosessuali, ma che guardano altrove mentre Hamas stupra, tortura, uccide, mentre Hamas ride proclamando orgoglioso di aver ucciso i “brutti”. Rabbia verso quei personaggi pubblici, accademici e politici che ogni giorno firmano di tutto ma si rifugiano con i “sì ma” dietro Gaza per giustificare il loro rifiuto a condannare Hamas; personaggi che non osano esporsi di fronte al massacro degli ebrei e si dimentica la dignità, si dimentica l'umanità, si perde anche il minimo di pietà.
Vergogna per l'entusiasmo incredibile di tunisini, yemeniti, malesi, iracheni, che manifestano in massa mentre il loro Paese attraversa guerre civili, crisi economiche, soffre per l’indolenza di governanti corrotti, ma sono capaci di mobilitarsi contro gli ebrei. Vergogna per lo spettacolo angosciante dei manifestanti in Gran Bretagna o Australia strillanti: "Gas the Jewish!", "Fuck the Jewish!" Vergogna e rabbia davanti a un'umanità che dimentica la propria solidarietà e gioisce sui cadaveri dei civili israeliani, civili israeliani massacrati da terroristi assetati di sangue che hanno rovinato Gaza economicamente, socialmente e moralmente, che, fin dalla loro ascesa al potere, hanno defenestrato in pieno giorno gli oppositori e fatto il lavaggio del cervello ai bambini con una propaganda odiosa che proibisce ogni possibilità di pace, che hanno dirottato gli aiuti internazionali e l’intero budget per comprare armi, costruire razzi e scavare tunnel, in nome dell’odio contro gli ebrei, in nome dell'islamismo. Rabbia e vergogna per la pericolosa incoscienza dei media che propagano ciecamente le fake news di Hamas, come, ad esempio, nel caso della bomba caduta su un ospedale di Gaza, e alimentano ulteriormente le polemiche, di fatto favorendo ancora di più l’antisemitismo, con conseguenza di uccisioni in Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, vittime trucidate solo perché ebree. Ma Rabbia e Vergogna non bastano più: bisogna lottare intellettualmente e non lasciare più nulla alle aspettative. Mai più.