Il primo pacchetto di misure di riequilibrio finanziario, presentato dal Governo il 18 ottobre, altro non è che una manovra irresponsabile che colpisce pesantemente tutte quelle persone che giornalmente si adoperano per garantirci dei servizi pubblici di qualità. Di ciò, ne sono convinti i Sindacati Vpod, Ocst e Sit che a pochi giorni dall’annuncio dei gravosi tagli hanno indetto per il 22 di novembre alle ore 17 una grande mobilitazione in Piazza Governo (Bellinzona). Una mobilitazione che non tocca quindi solo i lavoratori e le lavoratrici statali, bensì tutta la popolazione ticinese che in un modo o nell’altro verrà colpita dagli stessi tagli per cui ha dato l’avallo, votando sì al decreto Morisoli lo scorso 15 maggio 2022. Il decreto legislativo concernente il pareggio del conto economico entro il 2025, ovvero il cosiddetto decreto Morisoli, chiede infatti di raggiungere il pareggio del conto economico dello Stato entro il 2025. Per farlo si impone di non metter mano alle imposte, bensì alle spese, tra queste soprattutto quelle inerenti al personale, i beni e i servizi e le spese di trasferimento. Ecco, quindi, che per risanare le casse dello Stato, deficitarie non a causa di spese o investimenti avventati, quanto più ad anni di politiche di sgravi fiscali, il Governo propone essenzialmente di ridurre del 3% il potere d’acquisto di impiegati cantonali e di tagliare 16,5 milioni di franchi annui di sussidi cassa malati. La manovra di risparmio, per un totale complessivo di 133,91 milioni di franchi è un macigno, che pesa sulle spalle degli impiegati cantonali, ma anche sulla qualità della scuola, della sanità e del settore sociale. Esso pesa pure su 2'600 famiglie, che si vedranno private dei sussidi di cassa malati. Inaccettabile. Contemporaneamente, come se ciò non bastasse, 17’000 persone affiliate all’Istituto di previdenza del Canton Ticino (Ipct) rischiano il taglio del 20% delle pensioni a seguito del referendum finanziario voluto dalla destra. L’accordo tra Sindacati e Governo per la salvaguardia delle pensioni, approvato dal Parlamento, andrà in votazione popolare probabilmente a inizio 2024. Sostenere quanto già approvato dal Parlamento è fondamentale per garantire a circa 17'000 persone di ricevere delle rendite minimamente dignitose.
Ecco che la manifestazione del 22 novembre è quindi indispensabile per esprimere il dissenso di un maggiore numero di persone possibile verso il primo pacchetto di tagli, ma anche per esprimere sostegno in favore dell’accordo per salvare le rendite pensionistiche degli affiliati all’Ipct.