laR+ I dibattiti

Sono prima bambini e poi migranti!

La migrazione, soprattutto quella irregolare, è divenuta una seria problematica per la Comunità Internazionale, ma anche per la Svizzera. L’interesse dei media per questa questione è rivelatore di preoccupazioni e paure vecchie e nuove, in seguito all’inasprimento delle politiche migratorie in atto nel mondo occidentale.

Quando parliamo di migranti, spesso dimentichiamo che una quantità importante di loro è composta da adolescenti. Da bambini, secondo la convenzione dell’Onu relativa ai diritti del bambino (Cdb), che designa con la parola “bambino”, ogni persona con meno di 18 anni. Tra questi troviamo una categoria, quella dei minorenni non accompagnati (Mna), cioè dei bambini migranti senza famiglia e parenti, né rappresentanti legali, che si trovano in una situazione di tripla vulnerabilità: sono bambini, sono migranti e non sono accompagnati. Sono soli e per questo motivo esigono una considerazione e una protezione particolari e non un respingimento. Infatti, in Svizzera, la sola possibilità di trovarsi legalmente sul territorio è di presentare una richiesta d’Asilo.

La Svizzera, integrando totalmente i diritti del bambino come sanciti nella Cdb (che ha ratificato nel 1997), ha degli obblighi nei confronti di tutti i bambini che si trovano sul suo territorio, indipendentemente dal loro statuto. Questa è la legge, supportata da norme internazionali, europee e domestiche! Malgrado le leggi esistenti, assistiamo tuttora col massiccio esodo attuale in tutta Europa al fallimento delle politiche europee sull’accoglienza. Chi si è recato di persona lungo il confine nel 2016 e in questi ultimi tempi ha potuto constatare di persona di cosa si tratta.

Assistiamo, sfortunatamente, al fatto che diversi di questi minori sono considerati innanzitutto come dei migranti e di conseguenza non possono esercitare i loro legittimi diritti, né beneficiare delle misure di protezione spettanti ai minori. Constatiamo la confusione generale, il rischio di prendere decisioni arbitrarie, la mancanza di strutture e di mezzi, l’insufficienza di personale adeguato capace di salvaguardare l’interesse dei minori e la mancanza di coordinazione transnazionale tra gli attori responsabili della presa in carico di questi minori.

Siamo di fronte quindi a una difficile equazione: quella di ricevere un numero crescente di giovani che emigrano verso il nostro Stato nella speranza d’un futuro migliore e che si trovano separati dalle loro famiglie, senza permessi e documenti e senza protezione. E quella di loro riconoscere uno statuto chiaro e i diritti che sono attaccati a questo statuto. Meglio ricordare che questi minorenni sono innanzitutto dei bambini e come tali, devono beneficiare di tutti i diritti e di tutte le garanzie previste nelle leggi. Ciò che potrebbe sembrare un’evidenza, purtroppo non lo è affatto. «Sono prima dei bambini!», che sia dichiarato e ammesso ovunque e da tutti, affinché gli Mna siano considerati dal punto di vista del diritto e non da quello della carità!