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Non è il momento di risparmiare sugli investimenti

La Svizzera esporta oltre 50 miliardi di franchi di beni e servizi verso la Germania che è il secondo partner commerciale più importante dopo gli Stati Uniti. Da parecchie settimane in Germania veleggia però la paura di un’importante crisi economica, vuoi per la riduzione dei consumi e l’importante inflazione (oltre il 6%), ma anche per la significativa crescita del prezzo dell’energia che va a impattare negativamente sui costi d’esercizio dell’esteso settore industriale che caratterizza questo Paese. Non da ultimo, l’ulteriore aumento del tasso di interesse recentemente adottato dalla Banca centrale europea, avrà ripercussioni ancora più negative sul settore delle costruzioni che di fatto è già entrato in crisi da un po’ di tempo.

Se in Svizzera, per ora, siamo messi meglio in termini di inflazione (per il 2023 si prevede un tasso annuale di poco superiore al 2%) non è così per i consumi delle famiglie che, non dimentichiamo, sono la quota più importante del PIL. Secondo gli ultimi dati disponibili, il valore dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, con -27 punti, rimane nettamente al di sotto della media pluriennale che è di −6 punti.

Il 2024 sarà un anno finanziariamente ancora più impegnativo per gran parte delle famiglie sia in Svizzera, ma soprattutto nel nostro Cantone dove i salari sono mediamente più bassi, che nel resto del Paese. Le famiglie del ceto medio e quelle del ceto medio basso sanno già che l’aumento dei premi della cassa malati, l’incremento del prezzo dell’elettricità, l’aumento del costo della mobilità (sia pubblica che privata), la crescita di molti prezzi dei beni alimentari, l’aumento delle tariffe assicurative, l’impennata dei tassi ipotecari ecc., andranno a gravare in maniera importante sul già fragile budget di queste famiglie.

Non da ultimo il quadro economico della nostra economia prevede una crescita nettamente inferiore rispetto a quella media registrata negli anni passati. A impattare negativamente è anche la debole situazione congiunturale mondiale, non solo quella della Germania, che si ripercuote negativamente sulla domanda globale.

Insomma davanti a questo quadro economico molto negativo che si sentirà anche nel nostro Cantone, è fondamentale che l’ente pubblico intervenga per mantenere e garantire un certo equilibrio economico. Un pacchetto di risparmi sugli investimenti contribuirebbe in maniera ancora più negativa alla già fragile crescita economica. Non dimentichiamo che il nostro Cantone ha un debito pubblico che è circa del 10% rispetto al valore del PIL: un valore nettamente inferiore se paragonato a quello della Germania che è di poco inferiore al 70%, della Francia che è circa del 110%, dell’Austria che è oltre il 70% e della ricca Singapore dove il valore è circa del 160%.

È perciò fondamentale che il nostro Cantone continui a impegnarsi anticipando anche alcuni investimenti previsti in futuro. Se di risparmi si vuole parlare gli stessi non devono in alcun modo penalizzare gli investimenti che economicamente generano nuovi redditi in favore delle lavoratrici e dei lavoratori oltre che garantire l’evoluzione strutturale del nostro Cantone e generare posti di lavoro e redditi.