I dibattiti

La scuola eviti l’indottrinamento

(Ti-Press)

Oramai siamo abituati: a fine agosto viene pubblicata, gli allievi possono consultarla e poi dopo qualche ora parte la polemica. Una volta è perché tratta la questione climatica in modo dogmatico e catastrofista, quest’anno, invece, tratta il tema gender, anche qui con un’impostazione tendenziosa e pericolosa. Sto parlando dell’agenda scolastica introdotta dal Decs nel 2019, che è vista dai più come strumento di indottrinamento dei nostri giovani che frequentano la scuola dell’obbligo. Intendiamoci, che il Cantone promuova e distribuisca un’agenda scolastica e che al suo interno fornisca spunti di riflessione sui temi che toccano la società, è certamente positivo. Che lo faccia in modo sfacciatamente partigiano a sostegno di certi temi e con modalità notoriamente di sinistra, che oggi sono l’immigrazione senza controllo, l’estremismo climatico e le ridicole teorie gender, non si può accettare.

Sull’estremismo climatico molto è stato detto, soprattutto della strategia della sinistra ecologista, che vuole farci credere che il mondo abbia i giorni contati a causa dei comportamenti devastanti dell’uomo. Che sia necessaria una maggiore attenzione al migliore utilizzo delle risorse, privilegiando quelle più sostenibili, non è un discorso di sinistra, ma di puro buon senso e il nostro Paese si dimostra ancora una volta all’avanguardia. Penso in particolare all’importante aumento dei rifiuti riciclati, che supera abbondantemente il 50% e alla sostanziosa riduzione delle emissioni di CO2 pro capite, che ha raggiunto il 25% in circa due decenni. Dovrebbero essere elementi di orgoglio, da valorizzare e da usare con i nostri giovani per stimolarli a fare ancora meglio, invece di far loro passare il devastante messaggio che il nostro pianeta ha i giorni contati.

Lo stesso vale per il tema che tocca la questione gender. Nell’agenda figura un’immagine di una ragazza – o forse sarebbe meglio dire, un* ragazz* – che si interroga sul suo sesso. In un’altra figura si vede una giovane che con l’ausilio delle forbici taglia una corda alla quale è annodata una figura di una ragazza, con l’intento di liberarsi dalla “costrizione” di essere considerata femmina. Sotto a queste figure appaiono frasi del tipo “A volte mi sento ragazzo, a volte invece mi sembra di riconoscermi in un maschio”, oppure “Guarda quella tipa, come è… fluida”. Si cerca dunque di far passare che essere fluidi, dubbiosi sul proprio sesso – quando biologicamente e di fatto, o si è maschi o femmine – siano scelte di tendenza e accattivanti. Anche qui va fatta una premessa: ogni individuo è libero di sentirsi maschio, femmina e magari in futuro anche cane, gatto o canarino, ma non deve essere la scuola a promuovere e a mostrare come normale, delle anomalie comportamentali che toccano un’estrema minoranza della popolazione. I nostri giovani hanno già molte difficoltà e problemi nell’affrontare un mondo sempre più complesso ed esigente, sarebbe opportuno non aggiungere ulteriori dubbi e incertezze frutto del politicamente corretto.

La nuova direttrice del Decs, Marina Carobbio, è appena entrata in carica: auspico possa presto dare spunti interessanti alla scuola, facendo in modo che si concentri sull’essenziale, su quanto permetterà domani ai nostri giovani di affrontare il mondo da protagonisti, piuttosto che trasformare la scuola in una sorta di succursale dell’ecosocialismo estremo, che ha come obiettivo l’indottrinamento dei nostri giovani.