In questi giorni si sente tanto parlare delle resistenze ticinesi all’introduzione di un pedaggio alla galleria autostradale del San Gottardo. Purtroppo le medesime persone, troppe, che si oppongono a tale misura (che mira a ridurre il traffico insopportabile sia per intensità che per durata nei mesi), non propongono alcuna alternativa, tantomeno valida. Leggiamo le solite lamentele rivendicative ticinesi legate unicamente a esigenze economiche, di trasporto merci, o turistiche. Nessuno sembra invece voler proporre qualcosa di efficace che tuteli la qualità della vita della popolazione locale, sia dal profilo ambientale, gravemente compromesso da questa orda di veicoli, che dal profilo della mobilità.
È tuttavia evidente a tutti che qualcosa va fatto, qualcosa di davvero incisivo, per una volta. Finalmente c’è una volontà politica compatta, perlomeno da parte urana (saggi i nostri cugini del Nord delle Alpi!), di porre fine a una paralisi sempre più diffusa della nostra autostrada. Gli obiettivi di questo intervento dovrebbero essere: non pregiudicare le popolazioni locali, vale a dire gli urani e i ticinesi, e non penalizzare i turisti con destinazione Ticino. Fatte queste indispensabili premesse basta essere un po’ creativi per soluzioni che salvino, come si dice, “capra e cavoli”. Si potrebbe pensare quindi ad agevolazioni tariffarie importanti per ticinesi e urani, progressive in base alla frequenza dei passaggi, ma anche per i turisti che soggiornano nelle nostre località per vacanza. La cosa non sembra di difficile attuazione e sorprende che si sia levato subito un muro di opposizioni di fronte un problema che ha assunto una gravità impensabile sino a solo pochi anni fa.
Gli oppositori a ogni forma di pedaggio evocano il rischio di un Canton Ticino di serie B. Essi dimenticano tuttavia che se il Ticino continua a essere quello che è diventato, cioè un corridoio autostradale lungo 100 Km, in futuro saremo retrocessi in 3ª divisione!