In attesa dell’insediamento del nuovo Gran Consiglio, a tenere banco sembra essere soprattutto l’attribuzione dei seggi nelle commissioni.
Cerco di illustrare la questione in termini semplici. Immaginatevi di essere un contadino che sta facendo la fila dal commerciante per vendere le proprie mele. Davanti a voi, Alessandro Speziali per le sue 21 mele riceve 5 franchi. Bene. Voi che avete 12 mele, vi aspettate di riceverne almeno 3. Invece no. Con 12 deputati il Ps avrebbe diritto a soli 2 seggi e il Plr, con 21 (meno del doppio), avrebbe diritto comunque a 5 seggi (più del doppio). Chiunque capisce che c’è qualcosa che non torna.
E badate bene, non si tratta di una questione di sedie o chissà di che benefici. Essere presenti in buon numero nelle commissioni significa portare nella discussione anche delle voci diverse, permettere a tutti di confrontarsi con le idee altrui, porre e porsi delle domande: la base della democrazia e del lavoro parlamentare, soprattutto quello commissionale. Ma evidentemente l’ingordigia dell’area liberista che si vorrebbe oggi maggioritaria in Ticino è tale che non si vuole perdere tempo ad ascoltare le voci minoritarie.
E così, leggiamo sull’edizione del 21 aprile de laRegione, che alcuni pescetti si alleano senza esitazione con i pesci più grandi per mangiarsi i pesci più piccoli, soprattutto i fastidiosi pesciolini rossi che non seguono la narrazione dominante dei tagli ad ogni costo e del Meno Stato.
Dopo esserne stato il braccio armato nel proporre politiche finanziarie draconiane e politiche scolastiche segregative, continua dunque la love story tra Udc e Plr anche in questa legislatura. Il figliol, se non prodigo, rimane fedele al nido paterno e Area liberale corre immediatamente in soccorso del Partito liberale (ex) radicale. Per il capogruppo Udc Sergio Morisoli, la prima proposta di suddivisione dei seggi nelle commissioni, anche se evidentemente ingiusta e sproporzionata, va benissimo così com’è. Nemmeno vale la pena discuterne in Gran Consiglio.
Ancora una volta, quando si tratta di prevaricare le minoranze e mettere da subito all’angolo i noiosi socialisti, gli (ex?) liberali dell’Udc sono in prima linea a difendere i privilegi del (ex?) partitone. Anche a costo di calpestare il principio di proporzionalità e il buon senso.
Ma forse sarà che le elezioni federali sono ormai alle porte e che – oltre che a un occhio a possibili alleanze, ad esempio con i Verdi liberali – si aprono le grandi manovre in vista di fare l’en plein Plr-Udc agli Stati e, perché no, guadagnare posizioni anche al Nazionale?