L’avevamo già capito ma oggi è anche più chiaro: a fronte della frammentazione del panorama politico nazionale e cantonale – mai così tante liste, mai così tanti candidati – governare impone non solo pensieri condivisi, ma anche unità di forze e capacità di alzare lo sguardo sopra la propria trincea. Non vi sono politici – uomini o donne, giovani o vecchi poco importa – ne partiti in grado di dettare da soli la propria agenda. Si può, naturalmente, ricorrere alla democrazia diretta ma di solito serve più a contrastare che a promuovere. Se si desidera avanzare occorre incontrarsi, c’è poco da fare. Ed è buona cosa arrivare a questi incontri ben apparecchiati: i numeri in politica (in democrazia) contano, sempre! La destra (Lega e Udc) l’ha capito da tempo e pur tra contraddizioni e pistolettate, s’è data da fare. Difficile dar loro torto. Il centro – intendo l’area – ci ha provato (invero un po’ alla garibaldina) alle ultime elezioni nazionali e si è spaventato del proprio ardire, ma in futuro... Molto bene hanno pertanto fatto Ps e Verdi a unire le loro forze per le elezioni al Consiglio di Stato. È vero, v’è anche chi ha storto il naso, questione d’identità: è giusto averlo presente. Si tratta, tuttavia, di due forze con programmi e obiettivi politici convergenti. In Europa ma anche in molte città svizzere funziona. Spesso la loro base è formata da persone che hanno votato, se non addirittura militato, in un momento della loro vita per entrambi gli schieramenti, i rispettivi bacini elettorali si sono dimostrati vasi comunicanti. La prossima consigliera di Stato non rappresenterà solo i socialisti ma anche i Verdi (e gli indipendenti) e non è una iattura, specialmente se il risultato delle urne si rivelasse solido. In ogni caso è un’"unione" che alza l’orizzonte e che se mostrasse respiro strategico e capacità di durare, aprirebbe nuove prospettive a questo campo politico. Personalmente, per esempio, non avrei problemi a sostenere direttamente una candidatura Verde al Consiglio degli Stati, laddove, come appare probabile e auspicabile, Marina Carobbio dovesse essere eletta in Ticino. Unire e addizionare – invece che dividere e allontanare – devono essere le parole d’ordine per i molti che hanno a cuore gli interessi del paese e non si rassegnano a una politica di mera testimonianza.