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Etica e politica

23 febbraio 2023
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Sia chiaro che non scrivo queste righe per fatti recenti ma per quello che mi sembra diventato un malcostume generale indotto probabilmente da una società individualista che ha perso di vista il significato del concetto di collettività. Leggo spesso su quotidiani o settimanali di errori compiuti da politici, soprattutto negli Esecutivi. E anche in altri contesti intendiamoci. Se mi colpisce l’errore, soprattutto se riguarda esseri umani che a causa dell’errore soffrono, mi colpisce ancora di più il non assumersene la responsabilità quando si agisce in team. Il gettarsi insomma la palla uno con l’altro e il volersi proteggere a tutti i costi a scapito di qualcun altro. Se dirigo un Comune, o un’Associazione, qualsiasi cosa accada anche se non fatta da me, sono responsabile in prima linea. Completamente, in parte o in quel che si vuole, ma ci sono anch’io in quell’errore. Forse perché ho trascorso buona parte della vita nell’ambiente medico/infermieristico nel quale il non assumersi colpa in un collettivo, il non dichiararlo, può significare la perdita della vita di chi si sta curando. Comunque anche al di fuori di un campo sensibile e rigorosamente sottostante alle regole dell’etica e della propria coscienza, come quello appena citato, trovo ingiusto e inammissibile sottrarsi al riconoscimento personale dell’errore o gettarlo addosso ad altri, soprattutto quando si dirige un ente. Significa anche non aver fiducia nella capacità di comprensione della comunità, della gente, dell’opinione pubblica. Forse significa anche non essere interiormente liberi, la libertà interiore essendo di difficile acquisizione. Dovremmo incominciare ad accettare che chi lavora fa errori, chi non fa niente non fa errori. Certo so benissimo che ci sono errori ed errori, non tutti accettabili. Ma l’accettare di vivere e lavorare è anche questo. L’aver fiducia di poter costruire qualcosa come persona e l’aver fiducia che le persone – per le quali stai facendo qualcosa – capiscano anche i tuoi errori. Vale per i politici ma anche per tutti gli altri.

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