Non sono fra coloro che "fanno il tifo" per la conferma del consigliere di Stato Claudio Zali nel Governo cantonale. A mio modo di vedere, egli è infatti troppo ligio alle indicazioni di Berna. Ne fa stato il modo, secondo me, troppo zelante con cui applica le leggi federali e le convenzioni internazionali sulla protezione del lupo.
Ciò non toglie, tuttavia, che sulla tassa di collegamento abbia perfettamente ragione. È già strano che su un tema del genere gli avversari abbiano potuto raccogliere tranquillamente le firme. È un precedente gravissimo. Si sa che su un’iniziativa popolare, prima di stabilire la data dell’eventuale votazione, la ricevibilità della stessa debba essere riconosciuta dal Gran Consiglio. Fosse riconosciuta ora la ricevibilità, chissà quanti "cattivi perdenti" pretenderebbero in futuro di ripetere votazioni da cui fossero usciti sconfitti! Che ci si dovrà forse abituare a votare due volte sul medesimo tema? Ne andrebbe di mezzo la certezza del diritto! La certezza del diritto verrebbe quindi meno. Probabilmente, il lancio dell’iniziativa in periodo pre-elettorale è stata una "furbata" dei promotori della stessa, convinti che, in questo periodo, ben pochi granconsiglieri avranno il coraggio di negare detto riconoscimento. Sedicimila sottoscrizioni sono relativamente tante, ma rappresentano pur sempre solo circa il 7% degli aventi diritto. Siamo dunque ben lungi da una presa di posizione di una pretesa maggioranza e perfino da una minoranza "qualificata".
Oltre alla palese inammissibilità dell’iniziativa, la stessa è poi sommamente inopportuna, postulando il "diritto" del traffico automobilistico (compreso quello dei frontalieri!) a intasare le nostre strade!