7 dicembre 2022: l’Assemblea federale elegge due nuovi membri del Governo. L’elezione porta nel Consiglio federale la decima donna, quindi oggi la Svizzera annovera nella sua storia 111 uomini e 10 donne. Elezione che si rivela più travagliata di quella dell’uomo, votato al primo turno, poiché richiede ben tre turni. Elezione però bella, ricca di momenti emozionanti indotti proprio dalla personalità dell’eletta che ha saputo mostrare all’Assemblea e a tutto il Paese una vivacità di sentimenti – ma anche di pensiero – inusuali in questi contesti di solito abbastanza formali e contenuti. Inusuale però anche il fatto che tutto ciò sia stato dai votanti recepito e gratificato con il voto. Non che non ci siano stati momenti brutti. Indotti da un professore universitario (sostenuto per puntiglio e per "gioco politico", ciò che non ha fatto onore al nostro Parlamento, da altri deputati) che non rientrava nella rosa dei candidati ufficiali e che fino all’ultimo non ha voluto accettare che il partito socialista presentasse un ticket di sole donne. Ben sapendo che se non fosse stato cosi, non avremmo oggi la decima Consigliera federale della storia. Averla si traduce anche in un atto di rispetto verso la maggioranza percentuale delle donne nella popolazione svizzera. Votanti che hanno scelto oltre che per simpatia anche per ciò che è piccolo e semplice nel nostro Paese se pensiamo che l’altra candidata in corsa, validissima anche lei, rappresentava la ben più potente Basilea Città.
Quando a vincere sono i valori umani in politica ci sorprendiamo: infatti non ci siamo abituati. Esempi recenti nei nostri consessi (comune politico, comune patriziale) hanno dimostrato ben altro.