Alla recente conferenza sul clima di Abu Dhabi, è stato ribadito quanto noi andavamo dicendo da tempo: i paesi e le persone meno responsabili della crisi climatica sono quelle che ne pagheranno le peggiori conseguenze e che perciò giustizia climatica e giustizia sociale vanno di pari passo! È quindi impossibile lottare seriamente contro la crisi climatica e le disuguaglianze senza una ridistribuzione profonda delle ricchezze, su scala internazionale e all’interno dei singoli paesi.
I super-ricchi, con la loro corsa al profitto, stanno mettendo a rischio i nostri mezzi di sussistenza e il nostro futuro, accumulando per se stessi capitali enormi. Per questo è giusto che sia messa in atto un’imposizione che garantisca che questi profitti vengano utilizzati per finanziare una politica sociale sul clima. È urgente affrontare il problema con una prospettiva nuova. Da un lato bisogna fissare quote massime di emissione di CO2 e di biodiversità da raggiungere, dall’altro bisogna mettere in campo una politica di riduzione delle disparità di reddito e una fiscalità più giusta.
L’iniziativa per il Futuro della Gioventù socialista (Giso), la cui raccolta firme è attualmente in corso a livello nazionale, volge proprio in questa direzione: vuole una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo; per combattere la crisi climatica, lottando al tempo stesso contro uno dei meccanismi che maggiormente perpetuano le disuguaglianze e la concentrazione in pochissime mani della ricchezza: le eredità ingenti, che non sono, ovviamente, il frutto del lavoro di chi le riceve.
Noi chiediamo giustizia climatica (chi inquina di più paga di più); neutralità climatica entro il 2030; l’abbandono dei combustibili fossili, con una rapida transizione alle energie rinnovabili; un’edilizia sostenibile, trasporti pubblici gratuiti e mobilità sostenibile, il divieto dell’obsolescenza programmata e una politica a favore della produzione locale sostenibile.
Non dobbiamo rassegnarci alla catastrofe climatica o abbandonarci a un futuro che non sia degno di essere vissuto! Non possiamo più permetterci di accettare senza reagire un mondo in cui la ricchezza e le opportunità sono distribuite in modo tanto iniquo e diseguale.