I dibattiti

Aggregazione del Basso Mendrisiotto: e adesso?

Il processo passa per uno studio approfondito e una consultazione popolare. Ma la popolazione deve potersi esprimere con cognizione di causa

Se ne dibatte da tempo
(Ti-Press)

Quando si parla di fusione fra Comuni, è normale che il dibattito fra la popolazione si accenda. Con un tema di questa portata entrano in gioco sensibilità differenti, che portano a vedere l’unione del proprio Comune con altri vicini in modo completamente diverso. Fra i contrari alle fusioni, le motivazioni più ricorrenti sono il rischio di perdita di indipendenza del proprio Comune, ma anche la paura di una diminuzione della qualità dei servizi erogati agli abitanti o di una loro centralizzazione.

Chi per contro è favorevole alle fusioni ritiene che la forza di un agglomerato stia proprio nell’unione, la quale aumenterebbe il peso del Comune nei contatti con le autorità superiori (Cantone e Confederazione), così come una maggiore forza finanziaria che permetterebbe investimenti maggiormente puntuali e ambiziosi. Non da ultimo, una fusione consentirebbe una gestione del territorio più razionale e omogenea.

Motivazioni e rischi da entrambi gli schieramenti che in nessun caso devono essere sottovalutati o banalizzati. Ogni fusione è un caso a sé, e sebbene quelle già portate a termine nel cantone possano essere sfruttate come esempi, ogni nuovo progetto di fusione deve passare da un approfondito studio di aggregazione.

Lo studio di aggregazione è un esercizio sicuramente impegnativo e oneroso per municipali e funzionari comunali, ma è il passo necessario per dettagliare le risorse e le particolarità dei singoli Comuni, così come le loro necessità, al fine di gettare le basi dell’eventuale fusione, evidenziando le possibili sinergie tra i vari servizi comunali e pianificando la loro riorganizzazione in caso l’aggregazione fosse portata a termine.

Nel 2021 il Comune di Vacallo ha promosso l’avvio delle discussioni per valutare un’eventuale aggregazione del Basso Mendrisiotto. Un "pre-studio" che avrebbe dovuto evidenziare le potenzialità di un’unione dei Comuni a sud di Mezzana. Dopo alcuni incontri fra i Municipi dei Comuni coinvolti, con la collaborazione della Sel (Sezione Enti Locali), nella primavera di quest’anno si sono tenuti due incontri che hanno coinvolto sindaci, municipali e rappresentanti di associazioni locali.

Una fase di avvicinamento che doveva concludersi questo autunno, con i singoli Municipi chiamati a decidere se lanciare un’istanza di aggregazione. È infatti l’attivazione di un’istanza di aggregazione che dà il via al vero e proprio studio di aggregazione, il quale, se avallato dal Consiglio di Stato, si conclude con la votazione popolare. Dunque alla fine sarebbero comunque i cittadini (il popolo sovrano) a decidere a favore o meno dell’aggregazione.

Negli scorsi giorni ho appreso dai media locali che il Municipio di Balerna non intende procedere con l’istanza di aggregazione. A detta del sindaco non sussistono i presupposti per continuare sulla strada della fusione del Basso Mendrisiotto. Una decisione che personalmente non riesco ad accettare. Qui non si tratta di essere pro o contro alla fusione. Qui si tratta una volta per tutte di permettere alla popolazione di esprimersi con cognizione di causa su questa importante tematica.

E l’unico modo per conoscere il parere dei propri concittadini è quello di andare a votare. Ma senza uno studio di aggregazione, ciò non sarà mai possibile!