Lunedì 19 settembre, il Gran Consiglio ha respinto la mozione socialista Lepori-La Mantia che chiedeva di replicare la "Opération Papyrus" per regolamentare lo statuto giuridico dei "sans-papiers". Grazie alla "Opération Papyrus", il Canton Ginevra ha regolarizzato 2’390 persone, per lo più famiglie con bambini, che da anni contribuiscono economicamente e socialmente alla vita del cantone e dei suoi comuni. 2’390 persone che possono ora vivere un futuro sereno senza la costante paura di venire espulsi.
Il Consiglio di Stato e il rapporto contrario Lega-Udc-Plr-Ppd hanno sostenuto che la mozione non fosse necessaria visto "che l’attuale prassi in materia di casi di rigore sia più consona alle esigenze del Ticino e altrettanto valida ai fini dello scopo perseguito dai mozionanti". La prassi dei casi di rigore sarebbe quindi più adatta per regolarizzare i "sans-papiers" e porre fine alla loro situazione d’incertezza futura? Permettetemi di esprimere la mia sorpresa e – devo dirlo – il mio sdegno. È vero che la prassi dei casi di rigore garantisce un ampio spazio di manovra ai Cantoni che, volendo, e ci tengo a sottolineare questo verbo, possono portare avanti una politica migratoria più aperta, solidale e inclusiva. Ma sappiamo bene che il Dipartimento delle istituzioni di Norman Gobbi persegue altri obiettivi. Lo ha mostrato chiaramente il documentario di Falò in merito alla concessione dei rinnovi per i permessi di soggiorno. Centinaia di appostamenti, gli interrogatori fiume, il controllo del frigorifero di casa, perfino la conta delle mutande: la lista di verifiche per chi chiede un permesso di soggiorno in Ticino comprende prassi vessatorie. Il consigliere di Stato Gobbi è stato trasparente e lo ha ammesso senza giri di parole: queste procedure sono frutto di una chiara scelta politica.
Se c’è una cosa che mi piace del ministro Gobbi, è la sua coerenza e la sua trasparenza. Però proprio per questo motivo trovo paradossale che si dica che la "Opération Papyrus" non sia necessaria perché si può già regolarizzare lo statuto delle persone "sans-papiers" applicando i casi di rigore. Siamo proprio convinti che lo stesso Dipartimento, bacchettato dal Tribunale amministrativo cantonale per la gestione eccessivamente restrittiva della politica dei permessi, ora si impegni per sostenere le persone sans-papiers?!