Che i partiti siano in crisi è un dato di fatto. Che ciò sia un bene o un male è naturalmente opinabile. Ma la constatazione in sé mi pare inoppugnabile. Lo confermano (oltre alle difficoltà che quasi tutti i partiti incontrano nel trovare nuove leve) sia il discredito che circonda la stessa parola "partito" e tutti i suoi derivati, sia il successo che incontrano da tempo la scheda senza intestazione e anche un movimento "anti-partito" quale la Lega dei TIcinesi. A questo punto occorre però chiedersi se il sistema elettorale proporzionale – impostato appunto sulla preminenza dei partiti – si giustifichi ancora. Personalmente, in materia di sistemi elettorali, sono sempre stato un convinto sostenitore del proporzionale. Negli anni di Gran Consiglio, credo non vi sia stato un solo dibattito in materia nel quale non intervenissi a sostegno di esso.
Detto sistema presuppone però l’esistenza di alcuni partiti, possibilmente non troppo numerosi, in competizione fra loro, che abbiano idee chiare e obiettivi precisi, non confondibili gli uni con gli altri, in modo che gli elettori possano schierarsi per l’uno o per l’altro, così da contribuire a far eleggere un certo numero di rappresentanti in proporzione al loro seguito.
Se questo non è più il caso, è inutile far finta che lo sia ancora. Oggi non me la sentirei quindi più di sostenere il proporzionale senza riserve. Penso perciò che tanto valga cambiare radicalmente, adottando un sistema di tipo maggioritario, che dia al cittadino la possibilità (o almeno l’illusione) di "pesare" di più e agli eletti di esserlo, per così dire, a titolo personale, non più solo "in rappresentanza" di questo o di quel partito. Sarebbe anche un modo per ridurre sensibilmente il numero dei candidati e le relative spese. Da noi, a ogni elezione del Consiglio di Stato, sulle liste figurano una cinquantina di pseudo-candidatl (a causa del malvezzo di tutti i partiti di presentare "liste complete"), di cui la maggior parte sa benissimo di non avere nessuna "chance" di elezione. Negli altri Cantoni, i candidati sono al massimo una decina, ossia solo quelli che hanno prospettive concrete di elezione, il che li rende più credibili, o almeno più meritevoli di attenzione.
Da noi il suddetto malvezzo avrà anche motivi storici, a suo tempo magari giustificati, ma che oggi non credo siano ancora determinanti. Sappiamo bene che un sistema detto "il maggioritario puro" non esiste. Ne esistono però diverse varianti. Se del caso, fra le tante, occorrerà scegliere la più adatta al nostro Cantone.