I copertoni usati e il loro recupero vanno al di là del campanile. Il ‘caso’ del Mendrisiotto
Su laRegione del 9 marzo è apparsa un’interessante intervista al titolare della Pm Ecorecycling Sa. Egli ha spiegato molto bene che la sua attività di smaltimento di pneumatici è in sostanza ecologica, nel senso che mira al recupero dei copertoni dismessi nel nostro cantone. Descrivendo le procedure di smaltimento, il responsabile ha poi illustrato anche i rischi cui andremmo incontro nel caso in cui una tale attività non venisse più ammessa nel nostro territorio, vale a dire che gli pneumatici finirebbero bruciati all’inceneritore o, peggio, in discariche abusive, come già avvenuto.
Ebbene, già solo questi argomenti dovrebbero dissuadere dall’invocare argomenti irrazionali in opposizioni presentate alla domanda di costruzione per la nuova ubicazione dell’azienda in zona industriale a Riva San Vitale. Ma vi è di più: dall’inchiesta penale sembra a questo punto ormai assodato che l’incendio sia stato doloso e, come tale, del tutto imprevedibile, essendo attribuito a chiara responsabilità intenzionale di terzi. Se poi aggiungiamo il fatto che le emissioni di un incendio come quello di Mendrisio, e prima ancora di Riazzino (in quel caso si trattava di reato colposo), si sono manifestate ben oltre il perimetro del comune di ubicazione dell’impianto, si deve giocoforza concludere che opporsi a un tale impianto, lo si ripete, ecologico, non ha molto senso.
Di questo passo bisognerebbe chiudere ogni deposito che contenga materiale facilmente infiammabile, quindi anche già solo un edificio di legno. Aspettiamo pertanto che le autorità preposte all’esame della licenza edilizia dimostrino un approccio razionale al tema, che comunque ha una valenza cantonale, e come tale mal si presta a conflitti, negativi, da campanile. L’unica vera speranza, a questo punto, è che vengano presi questi criminali e adeguatamente perseguiti. Il resto del problema non ce lo possiamo togliere, a meno di usare dei copertoni di cemento, che non brucia.