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Vigliacchi o pacifisti?

L’attuale aggressione russa dell’Ucraina ha suscitato immediate reazioni di totale sconcerto da larga parte della società civile europea. Un’opinione pubblica che nel proprio salotto di casa, seguendo il Tg, ha già indossato l’elmetto, scegliendo di sostenere e mitizzare la resistenza eroica del popolo ucraino e del suo presidente. Dal divano ai social poi il passo è breve. Tutti a commentare "eroi" e "amassimo noi la loro patria come loro" di fronte alle fotografie che mostrano la preparazione da parte della popolazione ucraina, e addirittura di bambini, della resistenza contro il nemico russo. La mia opinione in proposito invece è radicalmente diversa. Non tanto su chi siano i buoni e i cattivi all’interno di questo conflitto (anche se ritengo pericoloso separare in maniera radicale il bianco dal nero), ma piuttosto su cosa significhi l’amore per la Patria e soprattutto sul prezzo che abbia una strenua resistenza all’invasore. Mi chiedo nel mio profondo se davvero incitare il proprio popolo alla resistenza a tutti i costi contro un nemico che numericamente e militarmente è nettamente superiore sia amore per il proprio Paese. Oppure l’affetto per la Patria è piuttosto l’amore per la sua gente, il suo territorio, le sue città? La mia certezza è che purtroppo più durerà questo conflitto, più l’Ucraina si troverà ad essere ridotta in macerie, più ci saranno vittime civili. Intere generazioni spazzate via, (ulteriori) disastri ambientali e verranno cancellate le tracce della storia dalle città. Il Santo vale la candela? Qualcuno potrebbe facilmente accusarmi di essere un vigliacco se rifiutassi, in una situazione analoga, di difendere con le armi il mio Paese. Eppure la storia insegna. La Danimarca, ad esempio, dopo le prime vittime dovute all’occupazione nazista, decise di arrendersi. In questo modo ha potuto salvare migliaia di vite umane, risparmiandosi bombardamenti e sofferenze e riuscendo poi, anche grazie ad una forte resistenza passiva verso gli occupanti tedeschi, a salvare dalla deportazione quasi il 90% degli ebrei danesi e a salvaguardare l’integrità del Paese.

Su chi sia vigliacco in questo conflitto ho però una certezza. L’Europa: un continente che (giustamente) non entra in conflitto diretto con la Russia, ma che al contempo rifornisce la resistenza ucraina di armi per farlo. Una guerra per interposta persona, che prolungherà il conflitto e porterà a tremende sofferenze per il popolo ucraino e che magari, addirittura, grazie ai flussi migratori riuscirà a sistemare le difficoltà demografiche dovute all’invecchiamento della popolazione nel vecchio continente. Cinico? Altroché, ma un argomento già paventato in un salotto televisivo della vicina penisola.