laR+ I dibattiti

Ricerca senza animali: un’idea da rielaborare

Il popolo svizzero è invitato a votare su un tema che evoca molte emozioni: quello della sperimentazione animale. Circa 600’000 animali vengono utilizzati annualmente nei laboratori svizzeri, cifra che nell’arco degli ultimi 20 anni è rimasta pressoché invariata. Gli esprimenti di massima gravità (livello 3), hanno subito un aumento nell’ultimo periodo. Alla luce di questi fatti una domanda sorge spontanea: dove sono i risultati delle 3R (Reduce – Replace – Refine)? Davvero viene fatto il possibile per diminuire le cavie utilizzate nei laboratori, o rimpiazzarle con metodi alternativi? La Svizzera vanta una tra le leggi più severe riguardo ai diritti degli animali, ma ciò non vuol dire che non ci siano miglioramenti da fare. Gli animali vengono comunque ancora considerati, in diverse occasioni, come risorse da sfruttare a nostro vantaggio. I loro diritti vengono sì tutelati, ma questo viene fatto basandosi su una visione antropocentrica della realtà. E ciò ha anche un impatto sul principio della ponderazione degli interessi, uno dei principi che regola la sperimentazione animale.

La posizione delle e dei Giovani Verdi, che non appoggia l’iniziativa per l’abolizione della sperimentazione animale, può suscitare stupore, visto che il partito giovanile tiene particolarmente al benessere degli animali. Ecco le ragioni di questa scelta: in primo luogo, il divieto della sperimentazione si estenderebbe anche all’essere umano: questo è sicuramente il punto più debole dell’iniziativa. La sperimentazione umana ha degli aspetti etici che vanno forse migliorati, ma questo è un tema che andrebbe trattato separatamente. La persona che fa parte di un esperimento, a differenza degli animali non umani, dà il proprio consenso ai ricercatori. Il secondo aspetto del quale l’iniziativa non tiene conto è il grado di gravità degli esperimenti. Uno studio di gravità 0, fatto in maniera che l’animale non subisca stress fisico o emotivo, non può essere messo sullo stesso piano di un esperimento di grado di gravità 3, che comporta grandi sofferenze e la conseguente morte.

Problematico è anche il divieto d’importazione di farmaci che sono stati testati sugli animali, senza un periodo di transizione. Questo limiterebbe fortemente la disponibilità di medicamenti provenienti dall’estero, il che metterebbe in difficoltà il sistema sanitario, già messo a dura prova dalla pandemia. Bisogna trovare una via d’uscita, cercando di limitare e – se possibile – escludere l’utilizzo di animali nei laboratori, elaborando una strategia che permetta di raggiungere questo obiettivo facendo un passo alla volta e trattando sperimentazione animale, sperimentazione umana, e questioni commerciali separatamente. Il sostegno finanziario dei metodi alternativi è sicuramente da incrementare poiché permetterebbe alle ricercatrici e ai ricercatori di stare al passo coi tempi ed evolvere in un sistema più etico e rispettoso di ogni specie.