Pierino Borella critica la decisione del Cda della banca di interrompere l’attività dell’agenzia situata all’ingresso del paese
Come in altri casi a fine novembre è stata chiusa la sede Raiffeisen di Cureglia, senza nemmeno una comunicazione ai diretti interessati, il che dimostra la scarsa sensibilità degli organi della banca verso i propri soci e clienti. Non è dato di sapere le motivazioni reali della chiusura. Sono possibili diverse ipotesi. La prima che si intende ridurre i costi prioritariamente rappresentati dagli onorari per gli stipendi del personale. Personale che è però stato trasferito in altra sede e di conseguenza non ne deriva nessuna diminuzione degli stessi. La seconda ipotesi è la riduzione degli oneri degli affitti (o degli oneri dell’ipoteca) che diventa un risparmio solo nel caso in cui l’immobile è venduto o affittato. L’immobile è pero vuoto e ancora al suo posto. Neanche in questo caso si può parlare di riduzione dei costi. Una terza ipotesi potrebbe essere quella della soppressione della sede per ragioni legate a una forte contrazione della clientela e quindi di una situazione non compatibile con criteri di gestione razionale ed efficace delle risorse. In tal caso occorre fondare la decisione su motivazioni inoppugnabili di non reversibilità della situazione. E che questo aspetto meriti un’attenzione particolare è dimostrato dal fatto che, tre o quattro anni fa, è stata chiusa la sede Raiffeisen di Comano con conseguente spostamento di parte della clientela nella sede di Cureglia
D’altra parte non si può obbligare la popolazione, in particolare quella anziana, a effettuare i pagamenti con il telefonino e rinunciare alle prestazioni allo sportello della banca. Comunque si consideri l’operazione chiusura la stessa risulta non trasparente, tanto meno fondata su motivazioni serie e inoppugnabili. L’operazione chiusura è poi in contrasto con i principi dello sviluppo sostenibile che deve comprendere, oltre alle componenti finanziarie, quelle ambientali e sociali. Nel caso in esame, la situazione prima della chiusura era caratterizzata da un inquinamento dell’aria pari a zero in quanto i clienti locali si recavano per la maggior parte a piedi nella sede della banca. Con il trasferimento della sede si rende necessario lo spostamento con auto o con mezzi pubblici con conseguenti emissioni atmosferiche inquinanti. Dal punto di vista sociale la situazione precedente la chiusura era caratterizzata da occasioni d’incontro e socializzazione in quanto ci si incontrava con possibilità di scambi di opinioni e idee. Con la chiusura le occasioni d’incontro sono evidentemente più ridotte e gli scambi sociali di fatto azzerati.
La decisione degli organi della banca è di conseguenza da riequilibrare, con misure accompagnatorie, secondo i principi dello sviluppo sostenibile, che è un obbligo, previsto nella Costituzione federale e in quella cantonale, anche per un istituto bancario. Si ricorda al proposito il rapporto della Banca dello Stato sugli elementi orientatori dello sviluppo sostenibile praticati dall’Istituto bancario cantonale. Diversamente la situazione risulterebbe non sostenibile e quindi da riformare. Non si può sottacere poi il fatto che questa operazione di chiusura è un vero e proprio affronto verso tutte quelle persone che, nel passato, si sono impegnate in prima persona per la realizzazione di una sede della Banca Raiffeisen a Cureglia. Mi auguro che in occasione della prossima assemblea qualcuno richiami gli organi della banca a dover giustificare con motivazioni complete e inoppugnabili la chiusura della sede di Cureglia della Banca Raiffeisen.