laR+ I dibattiti

C’è chi ancora dice qualcosa di sinistra? Mah

(Ti-press)

Ho letto con interesse “il commento” di Franco Zantonelli (persona che conosco dai tempi del Gran Consiglio) risalente al 4 dicembre scorso, sul fatto o meno che in Svizzera, ma anche in Ticino, ci sia ancora una “sinistra” degna di questo nome. Qualcuno insomma “che dica ancora qualcosa di sinistra”, questo è il senso; d’altronde già in Italia decenni fa, Nanni Moretti chiedeva a Massimo D’Alema (ex Pci) di finalmente dire qualcosa di sinistra!
Ebbene caro Franco la vedo molto male, e parlo di sostanza, poiché la socialdemocrazia blanda (scusami ma il socialismo è un’altra cosa!) in Svizzera ma anche in Ticino ha perso ormai da anni il contatto con la base (il cosiddetto popolo di sinistra) che le ha di conseguenza voltato le spalle. Le percentuali in perenne calo e l’evidente disaffezione parlano chiaro.
Hai voglia di parlare di miliardi di coesione all’Ue, insistendo, quando in Svizzera non c’è ancora la 13esima Avs e molti anziani (ceto medio basso) sono in netta difficoltà! Hai voglia di parlare di “azione sindacale” quando poi leggi delle casse stracolme di Unia (quelli delle misure di accompagnamento dopo la frittata dei Bilaterali!) il potente sindacato di “sinistra” che, a quanto pare, d’imposte versa cifre ridicole.
Hai voglia di parlare in continuazione di diritti delle donne (e ci mancherebbe!) quando poi leggi dell’ex funzionario del Dss, “dimenticato” per anni da quelli che oggi fanno la morale agli altri, rifiutando addirittura le interviste della trasmissione “Falò” che, a quanto pare, ha dato parecchio fastidio alle sfere alte socialiste.
Una vicenda comunque squallida che non fa onore alle istituzioni.
E che dire della recente votazione sul Pse di Lugano, dove il Partito Socialista cittadino non è riuscito a trovare un’indicazione chiara, lasciando una libertà di voto che sa tanto di confusione politica? No, questa sinistra non va più da nessuna parte messa così; e questo semplicemente perché ha due consiglieri federali “di centro”, perché in Ticino c’è una presidenza a due (?) senza carisma, per non parlare del gruppo parlamentare che continua a flirtare con i liberali nelle votazioni pesanti. Siamo alle solite: socialisti o liberali? Ma soprattutto perché gli operai e gli artigiani sono stati rimpiazzati dai funzionari statali “belli comodi”, dai sindacalisti con i “rimborsi spese” da far invidia e da intellettuali radical-chic salottieri che hanno ormai stufato tutti. Non vi ascolta più nessuno! Le sacche di povertà aumentano in Ticino e in Svizzera e questi parlano, teorizzano, parlano...
Tutta gente ormai distante anni luce dai veri problemi quotidiani della gente comune e che parla misconoscendo il vivere quotidiano di chi, pensionato e dopo una vita di lavoro, deve vivere con magari 2’700 franchi al mese! Ma dove vivete? Ai più attenti inoltre non sarà neppure sfuggito che qualche segnale di cedimento socialista c’è già, per chi vuol vedere. Difatti nell’elezione del Consiglio di Stato a Friburgo, due settimane fa, l’Udc è entrata in Governo dopo 25 anni (!) e ha estromesso un socialista. Dice nulla questo? Lasciamo poi perdere la cosiddetta “formula magica” che sa ormai sempre più di una barzelletta a uso e consumo del momento.
Ricordo infatti ai più smemorati che il Ps e il Plr hanno circa la metà dei consensi dell’Udc a livello nazionale ma hanno lo stesso numero di consiglieri federali. Si va a votare per cosa? Ma di cosa stiamo parlando? Ah già, di “formule magiche” e di qualcuno che dovrebbe dire qualcosa di sinistra.
Poi vabbè, in Ticino abbiamo avuto anche i socialisti fuoriusciti che avevano fondato il “rivoluzionario” Psa (con W. Carobbio, Martinelli, Paolo Rossi ecc.), poi sono tornati socialdemocratici e alcuni di essi addirittura liberali. Insomma, c’è n’è proprio per tutti i gusti che alla fine non si sceglie più e la gente resta a casa.
Checché ne dicano i cantori interessati la realtà è lì da vedere...