Conosciamo ancora poco “omicron”. Se non fosse troppo “cattivo”, magari non rischia di diventare un problema piuttosto “mega”. Egli ha però confermato quello che continuavano a ripetere le Cassandre del Covid-19. Questa “variant of concern”, con la sua trentina di mutazioni sulla proteina spike, potrebbe avere il potenziale per essere in grado di eludere le nostre difese immunitarie acquisite con un Covid superato oppure con una vaccinazione completa. Chi diceva che era molto importante vaccinare subito e forte a scala mondiale per evitare in zone con uno scarso tasso di vaccinati lo sviluppo di varianti del virus resistenti agli attuali vaccini, ha ottenuto ragione.
Le forniture di vaccini promesse dagli Stati ricchi e da Big Pharma a Covax, il programma vaccinale mondiale fondato dall’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, e a Paesi che i prezzi orbitanti dei vaccini americani non li possono pagare, si sono fino a poco tempo fa fermate attorno al 15% del volume promesso: troppo poco e troppo tardi. Cinesi e Cubani non riusciranno a colmare questo vuoto. Esisterebbe però la via alternativa per affrontare la mancanza di vaccini a livello globale, in posti dove la gente farebbe code chilometriche pur di poter vaccinarsi, altro che “no-vax” e “boh-vax” nostrani. Questa via si chiama licenza obbligatoria, cioè levare il suo brevetto e rendere liberamente accessibile la formula di un agente terapeutico. Il diritto internazionale prevede per situazioni straordinarie – una pandemia ha tutto per riempire questa condizione – la possibilità legale di levare la protezione giuridica di medicinali e vaccini, i loro brevetti, se questi agenti terapeutici sono indispensabili per combattere la malattia che ha causato la situazione straordinaria. Vari Stati – in gran parte quelli che in passato con successo avevano rotto l’oligopolio dovuto ai brevetti sui farmaci anti-Aids – hanno chiesto già mesi orsono all’Omc, l’organizzazione mondiale del commercio, d’instaurare delle licenze obbligatorie per i vaccini e i medicamenti nuovi contro il Covid-19. Fino a oggi non si è mosso niente. Questo immobilismo si spiega con la forte pressione sull’Omc da parte di Stati contrari alla misura salvavita delle licenze obbligatorie, stati che ospitano Big Pharma e che cedono facilmente al suo efficiente lobbismo. Non deve meravigliarci allora di trovare in questa potente alleanza, gli Stati Uniti, la Germania e la Svizzera. Il Governo Svizzero, con nella veste di suo presidente un medico, specialista in Salute Pubblica, sembra ritenere più importante difendere gli interessi economici di Novartis e Roche che la salute di miliardi di persone nei Paesi poveri. Esiste in Svizzera però anche un esempio brillante di come mettere a disposizione di tutti il sapere che salva. Il Professor Dr. med. Didier Pittet, infettivologo presso l’ospedale universitario di Ginevra, e consulente dell’Oms come di numerosi paesi, non ha voluto “proteggere” con un brevetto la sua invenzione della soluzione disinfettante idroalcolica e mette a disposizione di tutto il mondo e senza alcuna licenza la sua ricetta assieme ai suoi consigli per le misure igieniche essenziali. Così facendo, egli rinuncia a ricavi personali giganteschi. Non vogliamo però dimenticare il flusso di soldi scandaloso nel “Vaccinogate”. Chi potrebbe impedirci di pensare allora che una nuova variante resistente e pericolosa del virus significherebbe la necessità di un nuovo vaccino? Vaccinare tutti e subito invece potrebbe diminuire la formazione di nuove varianti resistenti… Pensare male sarebbe un peccato, diceva il cattolicissimo Giulio Andreotti, per aggiungere che commettendolo però spesso ci si azzecca.
Lottiamo assieme ai popoli poveri per l’abolizione dei brevetti sui vaccini e i farmaci nuovi contro il Covid.