In questi giorni in Vallemaggia abbiamo assistito a due avvenimenti di rilievo: l'inaugurazione della Nuova Via Alta, che ora comprende 200 km di sentieri ad alta quota e 19 tappe da una capanna all'altra, e l'accettazione delle faggete delle Valli di Lodano, Busai e Soladino (Comune di Maggia) nel patrimonio dell'Unesco.
Quest'ultima, in particolare, è una decisione storica, che proietta il nostro territorio montano a livello internazionale. La concretizzazione della Via Alta e l'inserimento delle faggete nell'Unesco hanno importanti affinità, decisive per i rispettivi successi.
1) Nascono dalla consapevolezza che il futuro delle zone periferiche si gioca sul riconoscere e dare valore alle proprie peculiarità: da una parte, itinerari alpini e alpeggi abbandonati opportunamente riconvertiti in strutture d’accoglienza; dall'altra, un patrimonio naturalistico e selvicolturale antico, da proteggere e far conoscere, mettendolo in relazione con siti simili a livello internazionale.
2) Entrambe le iniziative partono dal basso, ma il loro successo è avvenuto grazie alla messa in rete e la condivisione: la Via Alta, infatti, è un insieme di progetti singoli che si sono stimolati a vicenda, sviluppatisi proprio grazie a un approccio globale; per le faggete, invece, tutto è nato dall'operato del Patriziato di Lodano, che ha in seguito coinvolto altri enti, istituzioni e associazioni, riuscendo addirittura a suscitare (e in seguito avallare) l'interesse dell'Unesco.
3) L'apertura mentale e di orizzonti è stata una condizione imprescindibile: i fruitori dei queste iniziative, difatti, non sono unicamente gli indigeni, ma l'interesse è esteso ben oltre i confini nazionali, in quello che vuol essere un dialogo costruttivo tra periferie e centri.
4) Il motto che contraddistingue la Svizzera, "uno per tutti, tutti per uno", è quantomai pertinente per i progetti in questione: il successo della singola capanna è determinato (anche) dal buon riscontro della proposta generale; il valore delle faggete valmaggesi è dato dal loro inserimento quale bene seriale nel centinaio di siti distribuiti in diciotto nazioni europee, anche se poi ognuno di essi fornisce il proprio importante contributo locale.
5) In queste situazioni sono stati essenziali la positiva collaborazione con i servizi cantonali (in particolare con il Dfe per la Via Alta e il Dt per le faggete) e il ruolo determinante assunto da Christian Ferrari e Timo Cadlolo, rispettivamente coordinatori dell'Antenna Vallemaggia e del Masterplan Alta Vallemaggia, strumenti voluti proprio dal Cantone per stimolare la progettualità nelle Valli.
C'è da dire che in Vallemaggia sempre di più si comprende il valore che occorre assegnare al territorio e si tenta di agire con l'approccio testé indicato: oltre a quelli citati, sono innumerevoli i progetti che mirano a valorizzare il nostro patrimonio materiale e immateriale. Dopo la soddisfazione e il legittimo orgoglio di questi giorni, sarà importante lanciare nuove sfide e operare con passione e qualità, affinché queste iniziative continuino a generare valore aggiunto e positive ricadute per il settore socio-economico locale. Il contributo di tutti, a maggior ragione, sarà decisivo: perché se da un lato le istituzioni politiche valmaggesi dovranno continuare a fornire il proprio supporto, dall'altro sarà importante che all’interno della comunità si sviluppi sempre di più la consapevolezza del valore dei nostri patrimoni e del territorio, il nostro oro verde.