I dibattiti

Il nervosismo di Caprara

Bixio Caprara è nervoso. Non si può interpretare in altro modo la reprimenda apparsa su laRegione di ieri contro di me (e del gruppo Mps) in Gran Consiglio, rei di aver abbandonato la sala al momento del voto sulla decisione del decreto di abbandono stilato dal Procuratore generale in merito al valore degli anni di riscatto delle loro pensioni da parte dei Consiglieri di Stato.
Egli sostiene che noi saremmo dei cattivi perdenti: il nostro atteggiamento non riconoscerebbe le regole della democrazia (parlamentare) e le norme relative all’indipendenza della magistratura.
Ebbene, proprio su questa vicenda il Parlamento ha dimostrato ancora una volta di che pasta è fatto e quanto miseri siano i meccanismi della democrazia liberale parlamentare. Basti ricordare che il decreto di abbandono sul quale eravamo chiamati ad esprimerci ci è stato trasmesso lunedì pomeriggio e la questione è stata messa all’ordine del giorno meno di 24 ore dopo. Ma non basta. Sulla questione ci è stato impedito di pronunciarci, di prendere la parola se non (un minuto a disposizione) per dire quale sarebbe stato il nostro voto. Infatti il Parlamento ha optato, come sempre più spesso fa, per la cosiddetta procedura scritta. Che significa che sul tema possono discutere solo i membri della commissione e i parlamentari che non fanno gruppo non possono che limitarsi ad annunciare il proprio voto (naturalmente gli altri deputati hanno avuto diritto, come ormai è prassi, almeno un paio di giorni prima di noi).
Una procedura profondamente antidemocratica; ancora di più in questo caso poiché il gruppo che aveva promosso la denuncia (e la decisione del Pg) non ha avuto diritto di affermare il proprio punto di vista. Con il nostro gesto abbiamo voluto esprimere la più ferma protesta (ed è un nostro diritto farlo) contro una procedura profondamente antidemocratica!
E veniamo al merito. La decisione del Pg è strabiliante. Persino uno studente al secondo anno di diritto avrebbe sicuramente da eccepire oltre che tardiva (bel funzionamento della giustizia!). Basti ricordare che la segnalazione era del 25 aprile 2018. Ad essa era stata allegata, proprio sul tema del calcolo del riscatto, una perizia (affidata ad uno dei maggiori specialisti svizzeri in materia). 
Poiché il tema in questione era il calcolo delle somme di riscatto degli anni di servizio e poiché la nostra segnalazione allegava una qualificata perizia a sostegno della nostra tesi, qualsiasi persona di buon senso avrebbe immaginato che il Pg facesse fare una perizia che confermasse o meno le conclusioni di quella da noi avanzata.
E invece no. Dopo aver atteso oltre tre anni, lo scorso 16 aprile 2021 (come dimenticare che il prossimo 13 giugno si voterà sul referendum promosso dall’Mps in merito proprio ai salari e alle pensioni dei Consiglieri di Stato?) viene convocato e interrogato colui che ha eseguito i calcoli per gli anni di riscatto. Il quale si è limitato a dire che i calcoli fatti sono giusti (visto che li ha fatti lui non poteva certo dire il contrario) e che applicava metodo e criteri applicati per i funzionari cantonali affiliati alla cassa pensione. Piccolo particolare: la carriera di un funzionario cantonale è di 35-40 anni, non di 16 anni! Così i Consiglieri di Stato, pagando 50'000 fr per ogni anno riscattato, ne riceveranno – sotto forma di vitalizio almeno tre o quattro volte tanto! 
Naturalmente, non viene messo a disposizione nemmeno uno straccio di prova o di argomento: una tabella, una formula, un calcolo, un esempio, etc. Niente di niente; qualcosa, insomma, che possa smentire la perizia da noi presentata.
Il Pg prende per buona questa versione surreale di Massera e sulla base di queste dichiarazioni arriva alla conclusione che le somme di riscatto sono giuste.
Roba da repubblica delle banane!
Non potevamo partecipare a qualcosa che, per forma e contenuto, è stata una vera e propria pagliacciata.