Bixio Caprara, presidente Plrt, in risposta a "Vitta, il 'cigno nero' e una certa idea di rilancio" di Daniel Ritzer, su laRegione di sabato 19 settembre.
Il futuro (dal prossimo gennaio) direttore di questo giornale Daniel Ritzer propone con la metafora del cigno nero un ragionamento apparentemente attraente. In poche parole consiglia al consigliere di Stato Vitta di non farla troppo lunga e, tenendo conto della crisi Covid, di sostenere senza tante scuse l’indebitamento dello Stato in attesa di tempi migliori. Mi permetto di suggerire che il ragionamento proposto mi sembra eccessivamente semplicistico e merita un breve commento.
Oggi siamo in una situazione post pandemia, in realtà non ancora iniziata, ma che tutti gli esperti indicano come potenzialmente drammatica. Il Canton Ticino e la Svizzera dispongono di un sistema di ammortizzatori sociali, in termini semplici un sistema di aiuti dello Stato a cittadini in difficoltà, molto performante; assicurazione disoccupazione, assistenza, assegno familiare integrativo (Afi), assegno di prima infanzia (Api), sussidi di cassa malati eccetera. Sono prestazioni che nell’annunciato periodo di crisi economica saranno molto sollecitate e il cui costo complessivo aumenterà in modo significativo.
Sul fronte delle entrate invece vi sarà, come in parte si è già riscontrato, una forte contrazione degli utili aziendali così come molti dipendenti sono stati costretti al lavoro ridotto. Insomma se tutti guadagnano meno anche lo Stato avrà risorse fiscali inferiori. Il saldo negativo di questa situazione potrebbe essere per i prossimi anni, speriamo siano pochi ma c’è chi parla di almeno 3 o 4 anni, di circa 250 milioni. Se la matematica non è un’opinione in 4 anni potremmo facilmente avere un miliardo in più di debito cumulato. Quindi lo scenario che menziona Ritzer è praticamente già realtà, altro che cigno nero.
Ma chi segue con attenzione la politica ticinese sa bene che vi è anche molto altro. Infatti nel periodo precedente alla pandemia diversi partiti hanno inoltrato iniziative e proposte di varia natura per aumentare la spesa dello Stato; ad esempio nuove assicurazioni per le spese dentarie, aumento delle vacanze per i dipendenti, aumento di diversi contributi nella socialità eccetera. Per non farsi mancare niente vi sono state anche proposte di riduzione di diverse tasse e imposte. Insomma con pendenti molte proposte che porterebbero in modo strutturale, quindi in modo continuativo e consolidato, a un ulteriore peggioramento delle finanze dello Stato.
Le future generazioni si vedrebbero così caricate, oltre che del noto squilibrio dell’attuale sistema previdenziale, con un ulteriore pericoloso debito. E i debiti caro vicedirettore prima o poi si pagano. È questo il cigno nero che va neutralizzato a favore di quelli bianchi ed è per questo motivo che il nostro partito ribadisce l’importanza di definire le priorità secondo il principio “investire e non tassare”. Per favorire il rilancio del nostro cantone dobbiamo adoperarci maggiormente nel migliorare la formazione, sostenere l’innovazione e la digitalizzazione affinché le aziende possano offrire posti di lavoro quale premessa indispensabile per proteggere la libertà e l’autonomia dei cittadini.
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Egregio signor Caprara,
la metafora del ‘cigno nero’ si riferisce all’irruzione della pandemia nel contesto globale, non di certo alle difficoltà finanziarie del nostro cantone. Poi, sono d’accordo con lei: questo è il momento opportuno per definire gli ambiti in cui le risorse andranno investite (digitalizzazione, formazione, green economy), per garantire alle generazioni future un percorso di crescita sostenibile. Per questo, mi permetto di ribadire: non è ora il tempo di rincorrere l’equilibrio fiscale.
Daniel Ritzer